Commento al Vangelo di sabato 6 gennaio 2018 – p. Alessandro Cortesi op

Epifania è parola di manifestazione e di apertura: qualcosa si manifesta. Per questo è festa di illuminazioni e di luce. C’è una presenza di Dio che illumina ma non abbacina e si cela nelle piccole luci che illuminano la vita.

I magi, sono presentati nel vangelo di Matteo come sapienti provenienti da lontano, dall’Oriente dove la luce sorge. Hanno occhi capaci di scrutare. Nel cuore lasciano spazio ad una tensione che li pone in ricerca di luce e li spinge ad interrogarsi sulle luci. Luci del cuore, luci delle stelle. Sono queste i segnali di luce, di senso della vita, di apertura, presenti e nascosti nella realtà del cosmo e nei percorsi umani.

Gli occhi dei Magi, dice Matteo, si lasciavano interrogare dal loro scrutare le stelle: sapevano alzarsi verso l’alto, inseguire mondi nuovi e diversi oltre l’orizzonte quotidiano, oltre i ristretti confini di vedute limitate. Erano forse dei saggi, uomini aperti all’interrogazione. Ma sapevano anche guardare in basso, dare valore alle cose; sapevano fermarsi non su sapienze indifferenti rispetto all’andamento dei tempi e delle stagioni, ma erano sensibili ai movimenti del mondo, della natura. Erano occhi aperti alla domanda che proviene dal volgere lo sguardo in alto e in basso, capaci di lasciarsi prendere dal fascino di un sapere come scoperta del mondo e incontro con gli altri, al di là dei percorsi usuali e riconosciuti.

Erano occhi sensibili alla luce e ai suoi messaggi.:. “Abbiamo visto sorgere la stella e siamo venuti per adorarlo”. Quegli occhi hanno saputo scorgere in una luce flebile la chiamata per un cammino insieme, per un uscire e andare. Si sono lasciati provocare e si sono messi in viaggio.

Nel viaggio dei magi Matteo rinvia a tutti i viaggi di chi intraprende un cammino dando spazio ad una spinta di ricerca, ascoltando la chiamata di quella luce che giunge da fuori, da lontano, ma è presente nel cuore come luce che illumina ogni uomo e donna che viene al mondo.

I magi vengono a proporre nel loro profilo i tratti di ogni persona in ricerca, che da territori lontani, non considerati, scorge una luce da incontrare, da cui lasciarsi toccare.

Per Matteo sono coloro che fuori da ogni appartenenza religiosa non hanno accettato le risposte già date, ma hanno affrontato l’avventura della vita come un viaggio con tutti i rischi e le difficoltà.

In radicale contrasto a questo cammino vissuto insieme, nell’aprirsi all’interrogazione sta invece la figura di chi detiene il potere religioso, e vive nei palazzi dei re. Il sentimento di questi è la paura, il terrore di perdere ed essere deprivati di potere o ricchezze, di quelle sicurezze che mantengono immobili, ripetitivi nei propri luoghi di stabilità. Il re Erode e con lui tutta Gerusalemme sono turbati. Eppure gli scribi interrogati da Erode, proprio loro che dovrebbero essere gli scrutatori della parola del Signore, capaci di coglierne la luce ed indicarla, sono ciechi e incapaci di lasciarsi mettere in movimento.

Il cammino dei magi vive di uno stile diverso. Per Matteo è indice del capovolgimento che Gesù ha portato: non sono i primi, i sapienti, i ricchi, e nemmeno i detentori del sistema religioso, delle teologie ad incontrarlo con le loro sicurezze, piuttosto sono coloro che giungono da lontano, inattesi, guidati da luci che attraversano mondi in cui si pensa che Dio sia assente. Il loro presentarsi è nell’attitudine di chi domanda, nel chiedere senza arroganza. Questo fa vacillare certezze acquisite, genera paura e turbamento perché il potere può essere scalfito e la vita di Erode e di tutta la città viene minacciata di cambiamenti inediti.

Gli occhi dei Magi sono occhi capaci di brillare con quella contentezza semplice di chi si apre all’incontro e conosce l’importanza dei volti. Sono contenti di ritrovare la luce della stella: sono aperti a scorgere i segni. Non sono chiusi all’interno delle mura ben salde delle loro certezze e dei loro territori.

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DELL‘EPIFANIA

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Epifania – Anno B

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Mc 2, 1-12
Dal Vangelo secondo Marco

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: 6E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». 7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». 9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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