Commento al Vangelo di domenica 31 dicembre 2017 – mons. Valentino Vecchi

LA FAMIGLIA È UNA SCELTA DI DIO PER FORMARE IL SUO POPOLO NELL’AMORE

La famiglia è una scelta di Dio per formare il Suo popolo ndl’amore. Per questo il Cristo elevò il sentimento fra due a « sacramento », la famiglia in piccola Chiesa dove i genitori servono i figli e i figli onorano il padre e la madre « stando sottomessi».

Tempi. lontani? Orizzonti perduti? No! Questa Parola di Dio non ha perduto e non perderà mai il suo valore religioso e civile: è parola di Dio.
È l’unico itinerario di civiltà, il modo scelto da Dio per arrivare al cuore dell’uomo.

«Questa parola è dura … », ma non ce n’è un’altra, non c’è altro modo per costruire la casa e la città.

CIÃ’ CHE FA UNITI GLI SPOSI È L’AMORE COME DONO DI DIO

Dio, parlando del Suo amore per l’umanità, si paragona allo sposo. Anzi, la  famiglia è simbolo dell’amore di Dio.

  1. Paolo, parlando dell’amore tra gli sposi, lo paragona a quello di Cristo per la Chiesa.

Gesù, insegnando ai discepoli a pregare, non trova altra immagine che quella del Padre. Visse l’esperienza familiare sulla trama drammatica delle difficoltà e dei dolori, sulla trama monotona del lavoro quotidiano. Nulla di convenzionale e formalistico, ma senza atteggiamenti straordinari, senza interventi miracolistici.

Oggi si parla di crisi della famiglia: perchè manca l’amore come dono e servizio, manca la presenza di Cristo, la docilità a Dio. L’essenza dell’amore si manifesta nell’unità, nella fedeltà e nella fecondità.

È possibile una vera unità tra gli sposi? Unità non è solo accordo o armonia: significa vivere una vita in due e ciò che ci fa uniti è l’amore come dono di Dio.
L’unità si chiede e si accetta, non si impone; è vera emancipazione e rispetto.

La fedeltà. È possibile? Non è solo non tradire, ma amare per primi, amare comunque e sempre, in un’offerta ininterrotta anche di perdono. È fedeltà reciproca e fedeltà a Dio.

Fecondità non è solo procreazione, educazione ecc. Fecondità significa  crescita nel disegno di salvezza; realizzare se stessi e l’altro; capacità di portare nel mondo l’amore di Dio per gli uomini, cioè la salvezza.

NON FERMIAMO IL CRISTO AI NOSTRI EGOISMI, I FIGLI ALLA NOSTRA MENTALITÀ

Il Vangelo non è fatto per assicurare una vita comoda e una digestione tranquilla. La Sacra Famiglia non è un quadro oleografico; non è il bambino del presepio, vezzeggiato e coccolato.

  • Gesù vuole mettersi sulle strade dell’uomo, andargli incontro. Non teniamo Gesù prigioniero nei presepi di cartapesta: non è nostro, ma di tutti. Abbiamo il dovere di non fermare il Cristo ai nostri egoismi, i figli alla nostra mentalità.

Attenti a non fermare in voi il Cristo: è tentazione. Attenti a non chiuderLo nel segreto, nel ghetto della nostra coscienza. Egli ama le strade del mondo; ed è sempre più in là e pretende di più.

E quando voi vi raccogliete, sentite che il Cristo vi passa. accanto e la vostra famiglia pretende da voi di più: il sacrificio.

LASCIATEVI DERUBARE DEI FIGLI: NON DAI PERSUASORI OCCULTI, MA DALLA CARITÀ VERSO I FRATELLI

Ora parlo a voi genitori. In ogni bambino c’è la salvezza del Signore per la famiglia. Ma Gesù si perde non solo col peccato, ma anche con l’atteggiamento di Giuseppe e Maria, quando Gesù vuole allontanarsi e dice loro: «Non sapevate che io debbo occuparmi delle cose del Padre mio?».

Quando un figlio va e io gli dico «resta», ma egli parte per la sua missione, non è lui che si allontana lasciandomi, ma io che non ho saputo tenergli dietro: non sto al passo con la sua vita.

C’è un amore che imprigiona. Ognuno tende a fissare ciò che possiede: le mie parole, i miei gusti, i miei giudizi, le mie antipatie. In questo modo il figlio non «cresce» e allora egli va, lo costringo ad allontanarsi: mi accorgo
che è diverso da me, che· cresce in modo diverso, che non ho diritto a lui. Egli è un dono.

Se voglio essere un buon educatore, un buon padre, devo essere disposto a perdere il mio Cristo per metterlo a disposizione dei fratelli. Lasciatevi derubare dei figli; non dai persuasori occulti, ma dalla carità verso i fratelli:
perchè ognuno abbia quello che noi non abbiamo più.

È quello che avviene nel bene spirituale: più lo dono, più cresce. Quello che avviene nella S. Messa, quando torno al tabernacolo con la pisside vuota.

Solo chi ha donato Cristo, Lo ha veramente. Io non L’ho, se gli altri non L’hanno.

COS’È UN VERO PADRE SE NON IL CUSTODE DI UN TESORO NON SUO?

C’è una pedagogia familiare nel Vangelo? Sì, ed è il rispetto del «progetto di Dio» sui vostri figli: non ‘come li vogliamo noi, ma come vuole il Padre celeste. Giuseppe e Maria lo osservano: i genitori hanno molto da dare, ma anche molto da ricevere.

Maria è indicata nel Vangelo come colei che «conservava tutto in cuore», l’annuncio, la nascita, l’attesa di una missione: modello di Madre che prepara il figlio per la sua missione pur senza tutto comprendere. E venuto il giorno lo lascia andare perchè appartiene a Dio: non è una madre «possessiva», ma accetta il mistero fino in Croce.

Su Giuseppe pesa il mistero più che in Maria. Sa che Gesù non è suo figlio, soffre di molte incertezze superate dalla fede, gode di sapersi strumento di Dio. È solo un «custode»; Ma cos’è un vero padre se non il custode
di un tesoro non suo?

VIVERE CRISTIANAMENTE IL MODELLO DI FAMIGLIA DEL NOS1RO TEMPO

La famiglia di oggi attraversa una crisi. Tutto è messo in discussione. Tutti ti offrono un nuovo tipo di famiglia, un nuovo modello sociologico.

È tutto da rifiutare? No. Il Vangelo non lo dice. Si propone, invece, di animare « da dentro» ogni ideologia per portarla a salvezza con i valori e le possibilità storiche.

Il Vangelo, quindi, è in posizione critica e creativa sempre.

Ci sono valori che, arcaica o moderna, la famiglia deve mantenere: l’amore per chi ha dato e riceve la vita; il rispetto per gli anziani; il senso di comunità per il reciproco aiuto; l’accettazione di vivere nel nostro tempo, senza pretendere di imporre un modello superato o uno nuovo, ma vivendo comunque cristianamen­te quello del nostro tempo.

Giuseppe e Maria non rifiutano il dato di fatto, ma lo trasformano nel senso della volontà di Dio. Gesù ha fatto lo stesso con i genitori: ha obbedito sul piano di Dio.

IL MODELLO DI FAMIGLIA: UNA, FEDELE, FECONDA, INDISSOLUBILE

La festa della sacra famiglia nacque alla fine del secolo scorso (Leone XIII): col sorgere delle grandi fabbriche che sradicavano gli uomini; con lo sviluppo dei mezzi di trasporto che di fatto allentavano i vincoli; con il mito del progresso, che portava dalla famiglia patriarcale a quella nucleare. Nacque cosi la devozione e la
contemplazione del modello di famiglia: una, fedele, feconda, indissolubile.

Unità non significa solo mangiare alla stessa tavola e sotto lo stesso tetto; fedeltà e indissolubilità non significa non fare mucchio … a tre o quattro, ma: per sempre e senza tradimento (nemmeno nel pensiero); fecondità non è mettere al mondo figli, ma realizzarsi come coppia e come famiglia.

Oggi i maggiori pericoli derivano dalla mentalità edonistica e materialista, che non accetta la famiglia come istituzione, ne rifiuta il compito sociale e nega il matrimonio come sacramento.

LA FAMIGLIA È IN CRISI PERCHÈ È STATA SVUOTATA DELLA SUA VITA SPIRITUALE

Oggi è scolorita la poesia della famiglia: sentimenti, affetti, consuetudine di vita e di amore. L’amore si trasforma in egoismo a due, si traduce in indifferenza, poi in ostilità o in rancore; e finisce nel dramma o, peggio, in tragedia, clamorosa o nascosta.

Genitori e figli non si comprendono. Manca una seria azione educativa, si innalza una barriera; si è ospiti e stranieri.

La crisi della famiglia è causata dal fatto che è stata svuotata della sua vita spirituale. Gesù ne fece un Sacramento per ridarle sacralità.

LA FAMIGLIA È UN DONO DI DIO PER L’UOMO: NON NASCE DALLA LEGGE, MA DALL’AMORE

La famiglia è attaccata da ogni parte nei suoi valori. Il divorzio non la vuole unita per sempre. L’aborto punta al libero amore, più semplice e più connaturale agli egoismi dell’uomo e della società.

Un tempo era comodo per i cristiani fare assegnamento sulla legge senza assumersi in proprio il rischio: ma la salvaguardia del tribunale non interessa e spesso è improduttiva. E la difesa della famiglia dobbiamo assumerla tutti: dal prete che, in assenza delle disposizioni, indirizza i fidanzati dal sindaco; a chi si fa carico dell’evangelizzazione nei corsi per fidanzati; soprattutto, ai laici che presentano esempi di famiglie serene ed unite, fedeli. Sono i laici cristiani che operano qui in prima persona.

La famiglia è un dono di Dio per l’uomo. Non nasce dalla legge, ma dall’amore ed è solo l’ amore che le comunica la forza di armonizzarsi.

L’amore è Dio e Dio è trinità: Padre, Figlio e Spirito sono uno, uguali nella dignità e nell’onore. Questo aspetto spirituale della famiglia è poco conosciuto, ma è essenziale se c’è l’amore c’è rispetto, fedeltà: si anticipano i desideri dell’altro.

Il Vangelo, tuttavia, non intende proporci un modello culturale valido per altri tempi, ma insegnarci alcuni valori: il piano ·di Dio ha precedenza sul nostro; la famiglia deve restare solidale nel crescere secondo il piano di Dio; il rispetto da realizzare comporta docilità, impegno di comunità: non è fondato su diritti e doveri, su avvocati e notai, ma sul dono, sulla fiducia, sulla lotta contro il male. Sono principi validi anche per la parrocchia, famiglia di cristiani.

Nella Chiesa, nella società come nella famiglia, il diritto primario è nel bambino, che non è proprietà della madre nè dei genitori, ma è soggetto portatore di esigenze di vita. I figli non sono nostri; e la famiglia è a loro servizio.

LA FAMIGLIA DI DIO

La società trasformata in famiglia. Dio è Padre di tutti: non ci sono nè reietti nè diseredati. Ci si ricongiunge da tutte le strade. Chiunque ritorna è abbracciato come nella parabola del Prodigo.

Questa è la famiglia di Dio, ove Dio ama per primo e resta fedele all’unità, indissolubilità e fecondità; rifugio di libertà e di pace.

Fonte

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 31 dicembre 2017 anche qui.

Domenica della Santa Famiglia, Gesù, Maria e Giuseppe – Anno B

[better-ads type=”banner” banner=”80570″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”center” show-caption=”1″][/better-ads]

Lc 2, 22-40
Dal Vangelo secondo Luca

 22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosé, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. 25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: 29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, 30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31preparata da te davanti a tutti i popoli: 32luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». 33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». 36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. 39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 31 Dicembre 2017 – 06 Gennaio 2018
  • Tempo di Natale I
  • Colore Bianco
  • Lezionario: Ciclo B
  • Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO

Read more

Local News