Il Vangelo del Giorno, 30 dicembre 2017 – Lc 2, 36-40

Il testo ed il commento al Vangelo
del 30 dicembre 2017 su Lc 2, 36-40

I Settimana del Tempo di Natale – Anno B

  • Colore liturgico: Bianco
  • Periodo: Sabato
  • Il Santo di oggi: Ottava di Natale; S. Felice I; S. Giocondo
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: Gloria nei cieli e gioia sulla terra.
  • Letture del giorno: 1 Gv 2, 12-17; Sal 95; Lc 2, 36-40
  • Calendario Liturgico di Dicembre

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 2, 36-40
Dal Vangelo secondo Luca

[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Commento al Vangelo del giorno a cura dei Monaci Benedettini

Diritti dell’uomo e diritti di Dio.

L’episodio di Anna, la profetessa, forse è introdotto da Luca nella presentazione al tempio per sottolineare l’importanza del fatto. La legge giudaica infatti esigeva la deposizione di due testimoni per garantire l’autenticità di un fatto.

La profetessa Anna riconosce in Gesù il Messia, glorifica il Signore e diffonde la notizia della sua venuta «a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme». Gli ultimi due versetti del brano evangelico descrivono «la vita nascosta» di Gesù di Nazaret. Il figlio di Dio fatto uomo si assoggetta alle leggi naturali della crescita, sul piano fisico e intellettuale. Realizza la missione salvifica affidatagli dal Padre in assoluta fedeltà ai limiti e alla fragilità della condizione umana, in piena solidarietà con il mondo e con ogni uomo. In tutto ciò possiamo notare che oltre ai “diritti dell’uomo” esistono soprattutto di “diritti di Dio”. Anzi, i primi sottendono ai secondi ma, purtroppo, sovente ci si dimentica che non è l’uomo a dovere rivendicare questioni che si inverano soltanto in Dio. Ubi maior, minor cessat, direbbero il latini!

Nella prima lettura vediamo che la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi, la superbia della vita sono proprio gli elementi che hanno caratterizzato il peccato fin dal principio, fin da Adamo ed Eva. L’uomo, istigato dal maligno, desidera ardentemente ciò che soddisfa la sua natura peccaminosa senza preoccuparsi di ciò che sia giusto o sbagliato secondo Dio.

L’uomo nella sua superbia crede di poter fare a meno di Dio, di poter governare questo pianeta e la sua stessa vita con le sue forze, ponendosi al di sopra di Dio e negando l’esistenza stessa del proprio creatore. Il salmo 95 invita tutti i popoli a portare offerte al Signore nella santità degli atri del Signore. Ci invita all’impegno per la testimoniare per la luce a scapito delle tenebre. Siamo anche noi disposti ad offrire tutto noi stessi a Dio unitamente ad ogni uomo di “buona volontà?”.

Siamo disposti a privilegiare i “diritti di Dio” sui “diritti dell’uomo?”.

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