Il testo ed il commento al Vangelo
del 22 dicembre 2017 su Lc 1, 46-55
III Settimana del Tempo di Avvento – Anno B
- Colore liturgico: Viola
- Periodo: Venerdì
- Il Santo di oggi: S. Francesca Saverio Cabrini;
- Ritornello al Salmo Responsoriale: Il mio cuore esulta nel Signore, mio Salvatore.
- Letture del giorno: 1Sam 1,24-28; 1Sam 2; Lc 1, 46-55
- Calendario Liturgico di Dicembre
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 1, 46-55
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Commento al Vangelo del giorno a cura dei Monaci Benedettini
Ogni cristiano può cantare il suo Magnificat.
Il canto del Magnificat è la celebrazione gioiosa e riassuntiva di tutta la storia della salvezza che da Maria, dove trova compimento, viene ripresa nelle sue tappe, risalendo fino alle origini. Questa storia che sconvolge le situazioni umane è condotta da Dio senza interruzione con il criterio dell’amore misericordioso a esaltazione degli umili e dei poveri. Ogni persona che sa essere pura magnifica il Signore, come ha fatto Maria.
È cosa grande vedere un uomo inginocchiato davanti a Dio! L’uomo in adorazione si trova al suo vero posto, dà il senso della proporzione e della misura. Troviamo la vera relazione fra Dio e l’uomo che deve necessariamente tener presente la distinzione. Se distinguiamo possiamo metterci in relazione e questo vale non soltanto nel rapporto ontologico fra Dio e l’uomo ma anche negli svariati ruoli umani. Nella prima lettura vediamo un altro Magnificat. Anna è la mamma del profeta Samuele. Nel racconto biblico, Anna era una delle due mogli di Elkanàh, essendo Penìnna l’altra. Quest’ultima aveva già dato ad Elkanàh più di un figlio, mentre Anna no.
Un giorno Anna si alzò e si recò al Tempio a pregare in silenzio mentre Eli sommo sacerdote in Silo, sedeva sulla porta del medesimo. Ella rientrò a casa. Poco dopo Anna rimase incinta e partorì un figlio, ma non si recò al Tempio ad offrire il sacrificio annuale, promettendo che lo avrebbe portato colà dopo lo svezzamento, progettando di portarlo ad Eli e lasciarlo a lui per essere allevato come un nazireo. Il Signore le ha accordato un figlio in premio della sua ardente richiesta ed ella sente il bisogno di restituirglielo.
Offre un sacrificio e poi incontra il sacerdote Eli, che era stato presente alla sua preghiera. Anna e Maria: due creature che hanno il senso di Dio, della sua misericordia e della sua grandezza; tutte e due sono nella gioia perché vivono la vita come dono e partecipazione di Dio. Al posto del salmo troviamo il cantico di Anna che possiamo mettere in sinossi con il Magnificat di Maria. Questo cantico è una preghiera sullo stile dei salmi ed è impostato sul contrasto superbia-umiltà, umiliazione-esaltazione, le virtù che chiediamo anche per noi.