Commento al Vangelo del 19 dicembre 2017 – don Mauro Leonardi

La nascita, storicamente situata del Verbo incarnato, è annunciata dalla nascita, parimenti testimoniata con dovizia di particolari dall’evangelista, di Giovanni Battista. Grandeggia, nel silenzio la figura di Maria: perché mentre Giovanni nasce come miracolo che, in un primo tempo, vede incredulo lo stesso padre Zaccaria, Maria si fa subito e totalmente docile alla volontà del Signore e mentre qui la lode è un coro che prorompe dalla gente che assiste a questa nascita quasi come ad uno spettacolo grandioso, il Magnificat sorge dal cuore stesso di Maria, nell’intimità del rapporto con la cugina Elisabetta, nel nascondimento del grembo di quest’ultima dove Giovanni, ancora non nato, esulta di gioia: perché la fede non è mai vanagloriosa, ma sempre intima e umile.

Poesia

A volte non sappiamo ricevere i doni del Signore, non sappiamo ricevere i doni, gratis ci sembra una fregatura, anche quello che abbiamo chiesto e se lo otteniamo, non ci basta. Vogliamo sapere, capire, vogliamo che tutto venga da noi, dalle nostre mani, dalle nostre forze, dai nostri pensieri e così la nostra vecchiaia, la nostra debolezza ci sembra più potente di Dio.
E poi, guarda un po’, Zaccaria non può più parlare più con nessuno, non è che non riesce a parlare più solo con Dio.
Non può più parlare più con nessuno, neanche con Elisabetta che finalmente portava il suo desiderio fatto pancia.
Non è che non poteva parlare piu solo con Dio.
Perché non si può amare solo qualcuno, o amo tutti o non amo.
E se amo uno, di questa persona devo amare tutto.
Se amo te, te arrivi tutto, anche quello che non capisco, anche quello che non voglio, anche quello che non mi piace di te, che è troppo per me.
E se io dico no a quel troppo, dico no a tutto: a te e a tutto l’amore per te.
E se dico no all’amore per te, dico no all’amore per tutti.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 1, 5-25
Dal Vangelo secondo Luca

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

don Mauro offre la possibilità di lasciare intenzioni per la Messa della mattina sulla pagina Facebook del suo blog “Come Gesù” ogni giorno alle ore 19.

Questo commento/poesia del vangelo del giorno è fatto dalla prospettiva di una delle donne senza nome che seguivano Gesù (cfr Lc 8, 1-3). Il suo nome è Zippi (Zippora).

A cura di don Mauro Leonardi – Il suo blog è “Come Gesù

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