UNA VOCE DA ASCOLTARE
Israele è tornato dall’esilio, ma è profondamente deluso dalla situazione che vive. In questa crisi della speranza il profeta indica di essere stato mandato dal Signore, che lo ha rivestito di Spirito, per confermare la validità delle promesse di Dio. Il profeta pone al centro della sua esistenza la necessità del dono dello Spirito, senza il quale non gli sarebbe possibile compiere la missione affidatagli dal Signore. L’opera del Consacrato del Signore consiste nell’annuncio della Parola che, come Buona Notizia, cura e consola ogni cuore ferito. I cuori spezzati, i prigionieri e gli schiavi, citati da Isaia, sono il «punto di partenza» della trasformazione affidata a ogni persona. E d’altra parte ogni persona è in grado di assumere questo compito perché ha personalmente incontrato questa potenza di vita che l’ha strappata da ogni morte. Si fa strada il segno e il valore del resto, che da segno di scomparsa diviene promessa, garanzia di rinascita per i dispersi.
L’azione di Dio in noi
Anche l’epistola mette in risalto che il grande mistero della venuta del Signore si manifesta negli umili. Quel che Paolo chiede alla sua chiesa è così radicale da farci disperare di trovare in noi la forza di mettere in pratica le sue indicazioni. E così è in effetti, perché solo Dio può mettere in noi la capacità di rallegrarci sempre, di pregare senza sosta, e di rendere grazie in ogni cosa (1Ts 5,16-18). Questo è proprio l’atteggiamento dell’umile, di colui che non con-ta su di sé, ma solo su Dio che chiama, che è fedele e che farà tutto questo. È quello che ci dice Giovanni, che sta a Betania al di là del Giordano, nel luogo dove termina ogni esodo e ogni ritorno in Israele. Quel che conta in Giovanni non è la sua persona, ma quel che dice e Colui che parla in lui. Con questa espressione viene evocato tutto il tempo dell’Esodo, dove Israele ha fatto l’esperienza del suo Dio che gridò con voce potente sul Sinai. E come Mosè fece passare il popolo attraverso il mare dei giunchi e si fermò al di là del Giordano dove morì non senza aver annunciato il Profeta, così l’umile Giovanni sta facendo passare il popolo nel Giordano attraverso la conversione perché possa incontrare il Profeta al quale egli non è degno di sciogliere il legaccio dei sandali.
La forza non nostra
Da parte di Giovanni vi è una triplice dichiarazione: dice di non essere né Elia, né il profeta, né il Cristo; si definisce dicendo quello che non è, negando cioè se stesso, la propria individualità. Egli è voce, grido, colui che indica chi deve venire, avendo raccolto l’invito di Isaia: «preparate la via del Signore». (Is 40,3). A noi è chiesto di non spegnere la grazia e la forza di Dio in noi, perché tutti siamo unti e consacrati. Riconoscere che Lui, il Signore mi abita perché io possa essere messaggero di pace e di misericordia. Preparare le strade, fasciar le piaghe, liberare i prigionieri, portare la Buona Notizia non può essere un atto di presunzione, ma un cammino di umiltà che mi fa riconoscere strumento amato, accolto, che mi fa sentire profeta nella debolezza, cantore della vita, contemplativo in un quotidiano di dolore che viene consolato e redento. E allora, come dice Turoldo «sapessimo anche noi rispondere cosa siamo, quale il compito di ciascuno, quale la sua missione! E non confonderci con te, non comprometterti con le nostre presunzioni: essere e dirci appena voce, solo voce che grida nei deserti, e ritenerci tutti, tutti indegni di sciogliere persino i legacci dai tuoi calzari: così tutti crederanno a te e non a noi, Signore».
La Parola visita ogni povertà
La povertà della «parola», anche se può deludere la nostramancanza di pazienza, proprio in virtù della sua debolezza permette che ogni povertà venga visitata e raggiunta dalla sua testimonianza, dalla delicatezza di una relazione, che non esige condizioni preventive e non aggredisce la condizione ferita cui si rivolge. Chi è stato così visitato può diventare testimone ed annunziatore della gioia a vantaggio di altri. Solo se si mantiene fedele all’umiltà della Parola di cui è divenuto annunciatore, può orientare verso una pienezza che accoglie e consola ogni povertà e ogni persona.
PER IL CONFRONTO NEL GRUPPO
- Quando ascolti una persona mai incontrata in che cosa metti la tua attenzione?
- In che modo sei segno di Lui nei tuoi impegni?
IN FAMIGLIA
- Prendi a modello un giorno qualunque e verifica se sei capace di:
- Distogliere l’attenzione da te.
- Accogliere quello che viene da altri, o dall’Altro.
- Sentire che nella semplicità maturano le scelte più importanti.
- Essere voce dall’alto.
- Mettere al centro ogni persona.
- Nel bilancio in famiglia ringrazia del bello che hai scoperto.
Tratto da: Entrare nella domenica…, anno A – R. Paganelli – ElleDiCi | Fonte
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
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III Domenica di Avvento – Anno B
- Colore liturgico: Viola
- Is 61, 1-2. 10-11;
- Sal. Lc 1, 46-50.53-5;
- 1 Ts 5, 16-24;
- Gv 1, 6-8. 19-28
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Gv 1, 6-8. 19-28
Dal Vangelo secondo Giovanni
6Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. 7Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. 8Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
19Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». 20Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». 21Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. 22Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». 23Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». 24Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. 25Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». 26Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, 27colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». 28Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 17 – 23 Dicembre 2017
- Tempo di Avvento III
- Colore Viola
- Lezionario: Ciclo B
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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