Inizio è una parola potente.
La trovi nascosta in ogni cosa perché tutto ha avuto sempre un inizio. Cesare Pavese scriveva che: «L’unica gioia al mondo è cominciare. E bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante». L’Avvento è tempo di inizi perché da un lato celebra che «in principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio», dall’altro ci ricorda che con la nascita del Figlio, attraverso l’opera dello Spirito, il Padre ha iniziato una nuova storia con l’umanità. Non dovremmo mai dimenticare che il nostro è un Dio degli inizi, che non si stanca mai di cominciare e ricominciare, ogni volta, anche se tutto daccapo, una nuova storia d’amore con noi. Abbiamo un Dio degli inizi, dei nuovi inizi, il quale da un lato ci insegna a non attardarci ad amare e ad amarlo, dall’altro a non aver paura di iniziare, di fare il primo passo verso l’amore, verso la felicità. D’altronde cominciare è il verbo della gioia.
Giovanni Battista ha il coraggio di iniziare, di gridare ciò in cui crede, di annunciare tempi migliori. Come lui, anche oggi, ci sono tanti che iniziano lì dove sembrava essere finito tutto, e così fanno in modo che la storia continui. L’esempio e l’invito di Giovanni vale anche per noi oggi. Non aver paura di iniziare. Iniziare vuol dire mettere in moto il cuore, la paura invece lo blocca. Allora inizia ad amare, non solo quelli che possono ricambiarti, ma soprattutto quelli che nessuno ama. Non aver paura di iniziare a perdonare, te stesso e quelli che da tempo aspettano un primo passo. Se la vita ti ha bloccato il cuore, ricomincia a sperare, ricomincia a credere in un mondo diverso, datti una nuova possibilità. Inizia di nuovo, riprendi da dove ti eri fermato oppure comincia tutto daccapo, se credi che questo sia la cosa giusta. L’importante è non bloccarsi e non bloccare quelli che stanno iniziando. Quanta gente prevede sempre la fine per non cominciare niente!
L’Avvento, allora, è tempo propizio dove ritrovare la voglia di ricominciare, di iniziare una nuova vita. Non a caso ci prepariamo ad accogliere un bambino in una mangiatoia, perché niente come un neonato rappresenta l’inizio, la novità, la forza della vita, ma anche il cambiamento della storia e dell’esistenza di chi lo accoglie.
Apriamo il cuore alla novità di Dio per noi e accogliamo il suo invito a iniziare perché credo che il segreto per una vita autentica sia avere più inizi che fini.
Buon cammino, insieme.
Commento a cura di don Ivan Licinio
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
+ Dal Vangelo secondo Marco (1,1-8)
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».