SECONDO GIORNO 30 NOVEMBRE 2017
ANTIFONA
Gesù va imitato. Lui come prima sua opera, chiama coloro che dovranno domani continuare nel mondo la sua missione di salvezza e di redenzione.
Sulle sponde del mare di Galilea il Signore vide due fratelli, Pietro ed Andrea, e li chiamò: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». (Cfr Mt 4,18-19)
Ogni cristiano, secondo il suo ministero, è obbligato a imitare Gesù: chiamare coloro che domani continueranno la sua missione, che è missione di Cristo Gesù. Se il cristiano non chiama, con lui muore la missione, muore la salvezza.
COLLETTA
La Chiesa chiede a Dio che Sant’Andrea sia nostro intercessore nel cielo.
Dio onnipotente, esaudisci la nostra preghiera nella festa dell’apostolo sant’Andrea; egli che fu annunziatore del Vangelo e pastore della tua Chiesa, sia sempre nostro intercessore nel cielo.
Ma cosa sempre dovrà chiedere al Signore Sant’Adrea per noi? Oggi in modo del tutto speciale che il cristiano non si vergogni di Cristo Gesù e lo ponga al centro del suo cuore e anche che il cristiano imiti Cristo Signore: chiami altri perché domani portino avanti nella storia la missione di Cristo Gesù.
PRIMA LETTURA – Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (Rm 10,9-18).
San Paolo ci annunzia due purissime verità: la salvezza è per ogni uomo in Cristo Gesù. Si annunzia Cristo, si crede in Cristo, ci si converte al suo Vangelo, ci si immerge nell’acqua e nel sangue che sgorgano dal suo costato, si è salvati. Questa legge è divina, eterna, universale. Non vi è alcuna distinzione tra Ebrei e Gentili. La salvezza è dalla fede in Cristo Signore. Questa verità oggi va più che mai annunziata, predicata, proclamata. Oggi Cristo è stato posto fuori di questa legge divina, eterna, universale. Si annunzia una salvezza senza Cristo.
Fratello, se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».
La vera fede in Cristo è la sola via perché si possa essere salvati. La storia attesta che dove la vera fede in Cristo è inesistente o si eclissa o si spegne la vera salvezza o non esiste, o si eclissa, o si spegne. Di ogni spegnimento della vera fede in Cristo Gesù nel mondo, il primo responsabile è l’apostolo. Poi tutti coloro che per sacramento partecipano della missione di Gesù Signore. È giusto che ogni discepolo di Gesù sia responsabile personalmente in ordine alla trasmissione della retta fede. Se tutti gli altri discepoli dovessero perdere la fede, è suo obbligo rimanere nella più pura fede. Oggi invece uno dice cose stolte sulla fede in Cristo e tutti gli altri lo seguono. La forza del male è nella debolezza del cristiano che a causa del cristiano rinunzia alla professione della sua fede.
Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!».
Ma non tutti hanno obbedito al Vangelo. Lo dice Isaia: «Signore, chi ha creduto dopo averci ascoltato?». Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo. Ora io dico: forse non hanno udito? Tutt’altro: «Per tutta la terra è corsa la loro voce, e fino agli estremi confini del mondo le loro parole».
La seconda verità è il legame strettissimo che sempre deve regnare tra salvezza, fede, parola, apostolo, Cristo, il Padre. Cristo è stato mandato dal Padre. L’apostolo è stato mandato da Cristo. Oggi Dio chiama nello Spirito Santo, per la Parola dell’apostolo. Ma perché il chiamato sia missionario della Parola di Cristo è necessario che venga inviato a sua volta dall’apostolo. Senza il mandato apostolico non vi è alcuna garanzia del dono della vera Parola di Cristo. Padre, Cristo, Apostolo, missionario, Parola devono essere una cosa sola. La Parola è di Cristo, l’Apostolo è di Cristo, il missionario deve essere di Cristo. È di Cristo se è dell’apostolo. Se non è dell’apostolo, non è di Cristo.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Sal 18).
Oggi questa salmo responsoriale difficilmente lo possiamo applicare al discepolo di Gesù o alla Chiesa. Si ha vergogna di Cristo.
- Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
I cieli narrano la gloria di Dio. Il firmamento grida la stupenda opera del suo creatore. Il giorno al giorno e la notte alla notte trasmette questa notizia.
I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il racconto e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Il solo sordo, cieco, muto che non vede, non sente, non parla, non trasmette alcuna notizia oggi è divenuto il cristiano. È la più grande povertà della storia.
Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio.
Se il cristiano priva il mondo della notizia che l’uomo è salvato in Cristo e in Lui redento, causa più danni se sulla terra non cadesse più alcuna goccia d’acqua.
Oggi la carestia, la siccità, la povertà che sta mandando il mondo in rovina è il silenzio cristiano su Cristo. Non solo il silenzio, molto di più la sua parola stolta.
ACCLAMAZIONE AL VANGELO
Quanto oggi Gesù dice ad Andrea, Pietro, Giacomo e Giovanni, ogni apostolo, ogni presbitero, ogni discepolo deve dirlo all’uomo, sempre.
Alleluia, alleluia. Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini. (Cfr. Mt 4,19).
Alleluia.
Chiamare non è fare proselitismo. Non si chiama per accrescere il numero. Si chiama per necessità di missione. Se la Chiesa non chiama, muore.
Nessuno lo dimentichi: se la Chiesa non chiama più alla sequela di Cristo, essa decreta la sua morte. Neanche più potrà celebrare il suo funerale.
VANGELO – Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,18-22)
Gesù sa che la sua missione è eterna e universale. Se essa muore con Lui, non ci sarà più salvezza sulla terra. Perché questo mai succeda, come prima opera chiama coloro che domani dovranno continuarla in Lui, con Lui, per Lui.
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Quanto Gesù opera, deve essere azione primaria di ogni discepolo di Gesù. Tutti, dal battezzato, al cresimato, al diacono, al presbitero, al vescovo devono chiamare altri affinché continuino la missione di Gesù che è la loro missione.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Come Gesù chiama e viene seguito, così colui che chiama, deve avere la certezza di fede nello Spirito Santo, che la sua voce non cade nel vuoto. La chiamata va sempre fatta nello Spirito Santo, con il cuore pieno di grazia.
Il segreto di Cristo è questo: Lui chiama da Cristo. Chiama da Cristo che fa tutta la volontà del Padre. Chiama da Cristo che è sempre mosso e condotto dallo Spirito Santo. Chiama da Cristo che è solo e sempre da Dio. Chiama da Cristo che mostra agli uomini come si vive da Cristo.
Il battezzato deve chiamare da battezzato, cioè vivendo da vero figlio di Dio. Il cresimato deve chiamare da cresimato, vivendo da vero testimone di Gesù. Il Diacono deve chiamare da Diacono, cioè manifestando al mondo intero la potenza della carità di Cristo. Si chiama vivendo secondo il proprio essere.
Il Presbitero chiama da Presbitero, da ministro della Parola e pastore del gregge di Cristo, secondo la volontà di Cristo, nella mozione dello Spirito Santo. Il Vescovo chiama da Vescovo, cioè da Colui che è stato perfettamente conformato a Cristo Gesù Pastore e Capo della sua Chiesa.
Chiamare dalla verità del proprio nuovo essere in Cristo Gesù è necessario, perché chi chiama deve mostrare con la sua vita la missione che Gesù gli ha affidato. Sovente si chiama dal nostro non essere e la chiamata è solo voce umana, non divina. Ma è anche chiamata per una missione non vera.
Gesù vive secondo pienezza di verità la sua missione e alla pienezza della sua verità Lui chiama. Chiamare dalla falsità, per “costruire” missionari falsi, a nulla serve, perché domani di certo non si compirà la missione di Cristo Signore. Si chiama sempre dalla nostra missione vera per compiere la missione vera.
È di urgente necessità conoscere questa modalità della chiamata. Se colui che chiama non è vero, neanche il chiamato sarà vero. Missione vissuta falsamente da colui che chiama e missione vissuta falsamente da colui che è chiamato. Sempre si deve chiamare dalla verità, dalla grazia, dallo Spirito Santo.
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Al Signore noi offriamo i doni che si trasformano in corpo e in sangue di Cristo. Questi doni il Padre ce li ritorna, ma trasformati in corpo e in sangue di Cristo.
Accogli, Signore, con i doni che ti presentiamo nella festa di sant’Andrea apostolo l’umile offerta di noi stessi e donaci in cambio la tua vita divina.
Nel sangue e nel corpo di Cristo è tutto Dio che si riceve. Noi diamo cose materiali e Lui dona se stesso. Questo è il mirabile scambio che sempre si verifica. Noi diamo cose della terra e Lui ci dona se stesso. Noi gli diamo un po’ di tempo e lui ci dona l’eternità beata. Noi gli diamo un po’ di sofferenza e lui ci dona una gioia senza fine. Noi gli diamo cose e lui ci dona se stesso.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Altra verità. Si incontra Cristo, si porta a Cristo. Si incontra la luce, si porta alla luce. Si trova la verità si conduce alla verità. È la legge del dono.
Andrea disse a suo fratello Simone: «Abbiamo trovato il Messia, il Cristo». E lo condusse da Gesù. (Gv 1,41-42)
Andrea segue Gesù, trova il Messia, subito comunica la notizia al fratello Simone e lo conduce da Gesù. Questo non è proselitismo, è amore purissimo per il fratello. La chiamata è purissimo dono. È comunicare all’altro la verità più alta trovata, facendolo incontrare con la verità. Poi sarà la verità a fare ogni cosa.
Andrea comunica a Simone la sua esperienza. Conduce il fratello da Gesù. Gesù lo vede e gli cambia il nome. Nella scrittura il cambiamento di nome solo il Signore lo operava. Gesù attesta a Pietro di essere come Dio: Signore della sua vita. Quando è Gesù che fa ogni cosa non c’è mai proselitismo. Gesù però va aiutato.
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Sant’Andrea morì martire per Gesù. Gesù lo conformò ai suoi patimenti. Noi chiediamo la gioia di portare anche noi, in noi, i patimenti di Gesù Signore.
La partecipazione al tuo sacramento, Signore, ci fortifichi e ci dia la gioia di portare in noi, sull’esempio di sant’Andrea apostolo, i patimenti del Cristo, per partecipare alla gloria della risurrezione.
Perché chiediamo la gioia di portare in noi i patimenti di Cristo? Perché sono garanzia e certezza di godere domani la gloria della sua risurrezione. Si muore per Cristo, si risuscita in Cristo e con Cristo. Si è immersi nella gloria della sua risurrezione. Un solo corpo con Cristo sulla croce, un solo corpo nella gloria.
La Vergine Maria, Regina degli Apostoli, Lei che fu trafitta dalla spada nell’anima ai piedi della Croce del Figlio suo, ci aiuti ad offrire ogni sofferenza al Padre celeste come garanzia e caparra della nostra gloria futura. Maria è Immacolata per grazia, martire ai piedi della Croce è per volontà, per fede, per dono.
Se Lei, Immacolata, Piena di grazia, ebbe la gloria del cielo per il suo martirio e la sua purissima fede, possiamo noi pensare che dal peccato e dalla trasgressione, camminando di peccato in peccato, domani gusteremo il Paradiso? Solo Satana ha potuto inventare un falsità così grande.
Leggi l’approfondimento alla Novena