Commento alla Liturgia del 13 Dicembre – Memoria di Santa Lucia

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ANTIFONA

Vieni, sposa di Cristo, ricevi la corona che il Signore da sempre ha preparato per te.

Il martirio cruento è grandissima grazia del Signore. Il sangue del martire diviene un solo sangue di redenzione con quello di Gesù. Nello sposalizio Cristo e il discepolo sono una sola anima, un solo spirito, una sola vita. Il discepolo è con il Maestro una cosa sola per l’eternità. È la beatitudine eterna.

COLLETTA

Riempi di gioia e di luce il tuo popolo, Signore, per l’intercessione gloriosa della santa vergine e martire Lucia, perché noi, che festeggiamo la sua nascita al cielo, possiamo contemplare con i nostri occhi la tua gloria.

La Chiesa chiede a Dio che riempia di gioia e di luce il suo popolo. Dio è gioia e luce eterna. Gioia e luce di Dio è Cristo Gesù. Gioia e luce di Cristo è la Chiesa. Gioia e luce della Chiesa è ogni discepolo di Gesù, ogni membro del suo corpo. Se il cristiano non è gioia e luce, il mondo è nella tristezza e nelle tenebre.

Questa grazia la Chiesa oggi chiede per intercessione di Santa Lucia, vergine e martire. Il cristiano ha bisogno di crescere di luce in luce e di gioia in gioia. Il mondo vedendo lui, luce e gioia di Cristo, si apre alla retta visione di Dio. “Vedano la vostra luce, le vostre opere e glorifichino il Padre vostro celeste”.

PRIMA LETTURA –  Dal libro del profeta Isaia (Is 40,25-31)

 “A chi potreste paragonarmi, quasi che io gli sia pari?” dice il Santo. Levate in alto i vostri occhi e guardate: chi ha creato tali cose?

Ad un popolo stanco nella fede e deluso nella speranza il Signore chiede di alzare gli occhi e guardare ogni cosa con intelligenza e sapienza.  Se il Signore è stato capace di creare l’esercito delle stelle che sono nel cielo, vi sarà qualcosa di impossibile per Lui? Uno che crea un universo è forse un Dio limitato?

Egli fa uscire in numero preciso il loro esercito e le chiama tutte per nome; per la sua onnipotenza e il vigore della sua forza non ne manca alcuna.

Un Dio la cui sapienza è capace di governare tutto l’esercito celeste, chiamando ogni stella per nome e chiedendo ad ognuna immediata obbedienza ad ogni suo comando, sarà forse inabile e inadatto nel governare quanto avviene sulla terra? Mancherà forse di intelligenza o di potenza nell’eseguire ogni sua volontà?

Perché dici, Giacobbe, e tu, Israele, ripeti: “La mia via è nascosta al Signore e il mio diritto è trascurato dal mio Dio”?

Chi crede secondo purezza di verità nel Dio Creatore e Signore di tutte le cose, potrà mai pensare che questo Dio si sia dimenticato del suo popolo o che trascuri il suo diritto o che di esso neanche più si ricordi? La fede vera richiede un pensiero vero. Se il pensiero è falso anche la fede è falsa.

Non lo sai forse? Non l’hai udito? Dio eterno è il Signore, che ha creato i confini della terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile.

Ora è il Signore che ricorda al suo popolo qual è la sua verità. Dalla sua verità nasce la fede vera. Dalla fede vera nasce il pensiero vero. Dal pensiero vero nasce la speranza vera. Il Signore non conosce limiti né d’intelligenza e né di onnipotenza. Neanche soffre la stanchezza. Una sola parola a Lui basta.

Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi.

Ecco cosa fa il nostro Dio. Dà la forza allo stanco. Moltiplica il vigore allo spossato. L’uomo senza Dio è sempre affatica e stanco. Chi invece spera nel Dio di Giacobbe riacquista forza, mette ali come aquila, corre senza affannarsi, cammina senza stancarsi. Dio colma di vita chi è senza vita.

Quando il popolo di Dio cade nella depressione del suo spirito, è un triste segno. È il segno che ha perso la fede nel suo Signore. Dalla fede persa, si perde la speranza, si perde la fiducia. Si cade in un lamento insensato perché privo di ogni verità.  Urge rimettere la verità di Dio nel cuore e nella mente di tutti.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Sal 102)

  1. Benedici il Signore, anima mia. Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici.

Il Salmista, persona ricca di fede, chiede alla sua anima e a quanto è in lui, di benedire il Signore. Perché il Signore va benedetto, lodato, ringraziato? Perché tutto il bene che è in noi è opera sua. Nulla è da noi. Tutto è da Lui. Benedirlo e ringraziarlo è atto di vera fede. La fede ha per fondamento la più pura verità.

Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia.

Ecco alcuni tra gli infiniti motivi per cui il Signore va benedetto. Lui perdona tutte le tue colpe. Guarisce tutte le tue infermità. Salva dalla fossa la tua via. TI corona di bontà e misericordia. Il Salmista non parla della vita degli altri, ma della sua vita personale. Lui si vede tutto e interamente opera del suo Dio.

Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Ecco un altro motivo per cui il Signore va benedetto in eterno. Dio è misericordioso e pietoso. Lento all’ira. Grande nell’amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ripaga secondo le nostre colpe. Sempre Lui attende che il peccatore si converta e torni nella sua verità, nella sua Parola, nella sua vita.

Con Isaia il Signore ha invitato l’uomo sopra di sé. Lui è il Signore e il Governatore di tutto l’esercito celeste. Con il Salmista ci invita a guardare nell’intimo del nostro cuore. Lui è il Signore e il Governatore di tutto il bene che è in noi. Guardando il bene i noi, necessariamente Lui va sempre benedetto.

Dobbiamo confessare che oggi l’uomo è divenuto totalmente cieco. Guarda le stelle e nega l’esistenza del loro Signore. Creatore, Governatore. Guarda se stesso e si fede un frutto del caos primordiale. Non vede più né la bellezza del grande universo né la bellezza del suo essere che è infinitamente più bella.

A Santa Lucia oggi questi occhi dobbiamo chiedere: farci vedere la bellezza di Dio fuori di noi. Farci contemplare la straordinaria bellezza di Dio dentro di noi. Senza questi occhi manchiamo della vera fede e della più pura speranza e trasformiamo la nostra vita in un lamento di depressione, tristezza, lutto.

ACCLAMAZIONE AL VANGELO

Alleluia, alleluia. Ecco, viene il Signore a salvare il suo popolo: beati coloro che sono preparati all’incontro. Alleluia.

Il Signore viene a salvare il suo popolo. Il popolo deve prepararsi se vuole essere salvato dal suo Dio che viene. Ogni discepolo di Gesù è chiamato a questa grande missione: preparare se stesso per essere salvato da Dio. Preparare ogni altro uomo perché si lasci salvare da Dio. La preparazione è necessaria.

VANGELO – Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,28-30).

In quel tempo, Gesù disse: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.

Gesù è venuto. Nulla potrà Lui fare per noi se noi non andiamo a Lui. Lui vuole venire a noi per noi. Noi dobbiamo volere andare a Lui per noi. A Lui si fa in pienezza di fede. Si va credendo con fede vera, convinta, certa che Lui realmente ci darà ristoro. Ci potrà veramente liberare da stanchezza e oppressione.

La fede nella sua verità è più che necessaria. Ma anche la conoscenza di noi stessi è più che necessaria. La nostra verità storica è stanchezza spirituale e oppressione di ogni genere. Da stanchezza e oppressione non possiamo liberarci. È la nostra natura stanca a causa del peccato che grava su di noi.

Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita.

Non basta andare a Cristo per trovare ristoro, conforto, sollievo.  Sarebbe troppo bello e troppo facile. A Cristo si va per prendere il suo giogo sopra di noi. Il suo giogo è la sua Parola, il suo Comandamento, la Legge del suo amore. È dalla Parola e nella Parola che Lui consola, dona ristoro, grande sollievo.

Non solo si deve prendere il suo giogo, lo si deve portare con le stesse virtù con le quali Lui lo ha portato: con umiltà e mitezza. Con l’umiltà accogliamo ogni cosa come purissima volontà di Dio, anche le più atroci sofferenze. Con la mitezza viviamo tutto con pazienza e tutto offriamo per la redenzione dei cuori.

Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”.

Questa affermazione di Gesù va ponderata, meditata, su di essa si deve riflettere, specie oggi in cui si sta facendo grande chiasso in ordine alla morale definita rigida. Ignorando che non è la morale che è rigida. Rigido è il cuore dell’uomo che non cammina con il cuore di Cristo nel cuore di Cristo.

La Legge è la stessa data all’uomo nel paradiso terrestre. È il cuore dell’uomo che non è più lo stesso. Dopo il peccato è divenuto di pietra. Se un uomo amministra la Legge con il cuore di pietra, rende pietra ogni Parola di Gesù. Gesù amministrato tutto dal cuore del Padre e tutto dichiara dolce e leggero.

Il cuore di pietra rende pietra ogni cosa. Per il cuore di Cristo anche la sua croce è legge e il suo peso dolce. Chi vuole insegnare o amministrare la Legge deve chiedere a Cristo il suo cuore. Chi vuole vivere la Legge, anche lui deve  chiedere a Cristo il suo cuore. Il cuore di Cristo dona e osserva la Legge.

PREGHIERA SULLE OFFERTE

Accetta, Signore, l’umile servizio che ti offriamo riuniti nel ricordo di santa Lucia vergine e martire, e per il santo sacrificio del Cristo tuo Figlio trasformaci in ardenti apostoli del tuo amore.

Ricordando Santa Lucia vergine e martire, che ha versato il suo sangue unendolo al sangue di Cristo e facendo un solo sangue per la redenzione del mondo, la Chiesa chiede a Dio che accetti il suo servizio che a Lui offre in questo giorno. Il servizio è l’offerta del sacrificio di Gesù Signore.

Qual è la grazia che chiede offrendo il sacrificio di Cristo suo Figlio e per il sacrificio di Cristo suo Figlio? Che ci trasformi in ardenti apostoli del suo amore. La chiesa chiede che il cristiano manifesti al mondo tutto l’amore del Padre. L’amore del Padre è Cristo suo Figlio. Padre e Figlio sono un solo amore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE

La vergine prudente si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta. (Cfr Lc 10,42)

Maria, sorella di Marta, si è assisa ai piedi di Gesù e ascoltava ogni parola che usciva sul suo cuore. La Vergine prudente ha scelto di sedersi in eterno ai piedi di Gesù per ascoltare tutti i battiti del suo cuore. È in questa eternità di battiti che lei gusta tutto l’amore di Gesù Signore ed è la sua gioia senza fine.

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE

Signore Dio nostro, per la forza misteriosa di questo convito eucaristico, a cui abbiamo partecipato nel ricordo di santa Lucia, donaci la vittoria sul peccato, la salute del corpo e dello spirito, e la gloria eterna nel tuo regno.

Ora la Chiesa chiede tre grazie al Signore, in questo giorno in cui abbiamo ricordato Santa Lucia. Abbiamo celebrato il mistero dell’Eucaristia. Ci siamo accostati al banchetto della vita. Abbiamo attinto una forza misteriosa che dovrà trasformare tutta la nostra vita. L’Eucaristia è vera forza divina ed eterna.

Ecco le tre grazie: la vittoria sul peccato. La salute del copto e dello spirito. La gioia eterna nel regno di Dio. Con la vittoria sul peccato diveniamo vero corpo di Cristo, sua vera luce. Con la salute del corpo e dello spirito possiamo dedicarci al suo santo servizio senza intralci. La gioia eterna nel suo regno ne è il frutto.

A Santa Lucia possiamo e dobbiamo chiedere una grande grazia: che bussi al cuore della Vergine Maria, perché bussi a sua volta al cuore di Cristo, e ci ottenga una luce così intensa così da poter vedere sempre Gesù Signore nel suo grande mistero. Chi vede Cristo secondo verità, tutto vedrà secondo verità.

Senza la potente luce che potrà venire a noi solo dal cuore di Gesù, ben presto i nostri occhi si appannano, si riempiono di cataratte, si chiudono, diveniamo ciechi. Non vediamo Cristo. Non posiamo vedere Dio. Ignoriamo la nostra stessa verità. Senza la visione più pura di Cristo, nulla si potrà vedere con verità.

A cura di mons. Costantino di Bruno