“Venite, è pronto”. Gesù non trova modo migliore che risvegliare dentro di noi gli antichi richiami delle nostre madri che magari affacciate ai balconi o semplicemente dalle profumate cucine delle nostre case ci urlavano con amore e risolutezza, “Venite è pronto”, per parlarci di come ci ama Dio.
Egli è uno che come una madre prepara la vita per ciascuno di noi e costantemente ci invita a sederci per mangiarla, per gustarla, per sfamarci. Ma pare che noi abbiamo altre priorità: “Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire””. Tutte scuse buone ma con un’unica conclusione, evitare di sederci a vivere davvero.
Perché che altro è la vita se non la volontà di Dio di farci partecipare non a un quiz a premi, ne a un esame, ne alle nuove fatiche di Ercole, ma a una festa. La vita questo dovrebbe essere: una festa. Invece molto spesso è una serie di doveri, una scalata di prove, un manipolo di piccole gioie schiacciate da grandi ansie. A volte è colpa nostra, altre volte no. Di certo però la volontà di Dio di volerci felici è più grande di tutto. Ma non si può essere felici per forza, si può essere felici solo se lo si vuole.
A questo banchetto puoi anche dire no, ma poi per favore evita di lamentarti.
don Luigi Epicoco su Facebook
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 14, 15-24
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.