Vangelo del giorno – 23 ottobre 2017 – don Antonello Iapicca

“O uomo!” Così Gesù risponde al “tale” e a ciascuno di noi, insoddisfatti e sempre in cerca di giustizia. “O uomo!” perché in lui e in noi il Signore intercetta Adamo. Ricco “presso Dio” nel Paradiso, di fronte al “raccolto abbondante” ricevuto in “eredità”, si è fermato a “dialogare con sé stesso” ed è rimasto intrappolato nella menzogna del demonio.

Come accade a noi quando, di fronte alla storia, ci rintaniamo nella nostra ragione facendo spazio alle adulazioni del nemico che ci convincono che è tutta un’ingiustizia perché nessuno si è accorto che il vero dio siamo noi. Bene, “so io che fare” per rimediare e farmi giustizia: accumulare!

Ecco perché viviamo a testa bassa ad “accumulare tesori per noi stessi”: moglie, marito, amici, denaro, tutto fagocitato nella concupiscenza. Per questo “non sappiamo che fare” dei doni di Dio, non “abbiamo dove metterli” tanto il cuore è indurito; e così, nella paura di perderli, li serriamo nei “granai” del nostro egoismo, sempre “più grandi” per saziare il vuoto di un dio senza paradiso; i giorni spesi a progettare e mettere in agenda “per molti anni” riposo e godimento, e nessun giorno riservato alla morte.

Sino a quello in cui un “fratello”, un altro Adamo ingannato come noi, non ci ruba “l’eredità”, il nostro tempo, l’onore, la carriera, i diritti; sino a che la “notte” degli eventi oscuri e dolorosi non viene a “chiederci la vita” rivelando la “stoltezza” di chi fa “dipendere la vita dai beni” destinati a corrompersi. Allora ci facciamo maestri del Maestro, insegnandogli come e cosa giudicare per giustificare la nostra cupidigia. E Gesù, che è Dio, “giudica” anche oggi, ma con la croce. I progetti fondati sull’egoismo si rivelano spine conficcate nella testa, preoccupazioni, angosce e notti insonni. Le ricchezze accumulate con avidità sono chiodi che ci impedisco la libertà di donarci ed essere felici. Ma desideriamo davvero vivere cosi? No vero?

Allora ascolta, ora che sei in tempo: il Signore ha preso su di sé questa nostra croce, si è lasciato uccidere dalla nostra cupidigia ed è risorto per donarci l’autentica “eredità”, la “parte buona e migliore” che nessuno potrà rubarci. Ecco “che fare”: rimanere “presso” il Signore come Maria per arricchirci con Lui. Nel matrimonio, aprendoci alla vita che Dio vuole donarci “tenendoci lontani” da settimane bianche e schermi ultrapiatti che le famiglie numerose non possono permettersi. Nello studio, spendendo le ore nel sacrificio che ci fa adulti e “ricchi” di maturità e responsabilità. Donare ovunque e a tutti “il raccolto abbondante” dell’amore che colma la “campagna” della nostra vita per arricchire il Cielo di “fratelli” che cercano in noi l’Eredità perduta.

don Antonello Iapicca

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 12, 13-21
Dal Vangelo secondo  Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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