Vangelo del giorno – 12 ottobre 2017 – don Antonello Iapicca

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SOLO CHI MENDICA DAL PADRE L’AMORE CHE NON HA PREGA CON SINCERITA’ PER DONARSI AL FRATELLO

La parabola di oggi รจ un midrash di Gesรน sul Padre Nostro, spiega come la preghiera siaย questione di vita o di morte; cosรฌ come per vivere e non andare alla deriva senza un’identitร  che mi dia origine e destino, passato, presente e futuro, รจ fondamentale essere figli di un Padre, e conoscerlo sino in fondo. Se non sappiamo dire a Dio Abbร  – Papร , vivremo come orfani, sempre in cerca di un’origine e di un senso, vuoti e frustrati. Per questo Gesรน ci spiega laย suaย preghiera partendo dall’esperienza fondamentale di ogni uomo, il bisogno nel quale nasciamo tutti:ย “Amico, prestami tre pani, perchรฉ รจ giunto da me unย amicoย da un viaggio eย non ho nulla da mettergli davanti”. Un “amico” รจ giunto sulla soglia della nostra casa, nel mezzo del suo cammino, e ha chiesto ospitalitร . In oriente essa รจ sacra, e per un ebreo costituisce uno degli appelli piรน pressanti della Torah. Il nome stessoย “โ€˜ibri”, “ebreo”, che i popoli confinanti davano a Israele e da lui accolto come suo, significa “abitante al di lร  della frontiera”, cioรจย straniero. Ogni ebreo ha il dovere sacro dell’ospitalitร  “โ€ฆ perchรฉ voi siete stati stranieri in terra dโ€™Egitto” (Es 22,20; 23,9).ย Per un ebreo, l’Egitto รจ il “luogo dell’angoscia” dal quale il Signore lo ha tratto in salvo, senza alcun merito. E quante volte, nella notte del deserto, il Popolo senza pane ha “bussato” alle porte del Cielo e sempre Dio lo ha esaudito.

Ma ha “chiesto” mormorando, e “cercato” dubitando. Proprio nella misericordia di Dio cosรฌ sproporzionata rispetto al suo cuore duro ed esigente, Israele ha conosciuto se stesso. E Dio, attraverso il suo amore infinito, la magnanimitร  e la pazienza con la quale ha sempre risposto; nel cammino di quaranta anni Israele ha cosรฌ imparato che c’รจ qualcosa di piรน importante del pane materiale: la Parola di Dio, l’unica che infonde vita dove essa non c’รจ. E che solo lo Spirito Santo Creatore che esce dalla bocca del Padre, quello con cui ha creato l’universo, dร  senso e consistenza allo spirito dell’uomo. E’ solo esso che imprime l’immagine e la somiglianza con Dio a chi lo riceve.ย Per questo,ย in ogni viandante riconoscerร  se stesso, i suoi peccati e la misericordia di Dio;ย e, facendo memoria della sua storia, farร  nei suoi riguardi quanto ha Dio ha fatto con lui.ย Ma l’uomo della parabola non puรฒ! Non ha ilย pane necessario ogni giorno, l’alimento sostanzialeย per accogliere il suo amicoย – quello che Gesรน invita a chiedere nel Padre Nostro. Forse ha dimenticato di prepararlo, o ne ha consumato la provvista.ย Che amicizia puรฒ offrire?ย Forse anche noi dovremmo chiederci seย davvero ci sta a cuore la sorte dell’amicoย che bussa alla nostra porta; o, addirittura, se รจย davvero nostro amico…ย Allora, vediamo, mio marito รจ mio amico? E mio figlio? E’ mia amica mia madre o mia sorella? Sono “amici” nel senso illuminato dalla Scrittura? Sonoย “altri me stesso”ย come lo fu Gionata per Davide, al punto di legare indissolubilmente la sua vita a quella del suo amico, e di morire per lui? Eย dovremo ammettere cheย probabilmente non ci siamo mai svegliati di notte per pregare in favore del matrimonio, dei figli o di un collega. Forse abbiamo pensato di risolvereย le questioniย mondanamente, e ci siamo ritrovati senza “pane”.

ย L’amore autentico, invece, squarcia la notte e insanguina le ginocchia, bussando, cercando e chiedendo il “pane” per l’amico; chi ama si fa amico di Dio per diventarlo degli uomini:ย “Ricordate come fu tentato il nostro padre Abramo e come proprio attraverso la prova di molte tribolazioni egli divenne l’amico di Dio”. Sa che ha bisogno di essere amato egli per primo, istante dopo istante, come il Popolo aveva bisogno della manna giorno dopo giorno. Cosรฌ ha fatto Gesรน per ciascuno di noi. Ci ha “cercati” e “trovati” scendendo tra i dirupi dove ci siamo perduti, affamati, schiacciati dal peso dei peccati, senza forze per andare avanti. Lui, come lo Sposo del Cantico dei Cantici, ha “bussato” alle nostre porte, e si รจ fatto “aprire” con la sua voce piena di misericordia. Ci ha “chiesto” i nostri peccati, i fallimenti, le divisioni, e, crocifiggendolo, glieli abbiamo “dati”. Gesรน ha pregato, ogni notte, sino all’alba, anticipando nell’orazione il Mistero Pasquale con cui ci avrebbe salvati. Sempre rivolto al Padre, parlandogli di noi, sino a Gerusalemme, quando รจ corso a “bussare” alle porte del Cielo, e ha “chiesto” a suo Padre il “pane” di cui avevamo bisogno. Ha “cercato” una via di salvezza per i peccatori e ha disteso le braccia sulla Croce. Inchiodato a quel Legno ha visto “aprirsi” il cammino al Paradiso, lo ha “trovato” in mezzo alla morte, e gli “รจ stata data” la salvezza per ciascuno di noi. La sua preghiera crocifissa ci ha ottenuto lo Spirito Santo, il suo stesso respiro di vita che ha vinto il peccato e la morte. E ora รจ pronto ad aprire le porte del Cielo per donarci la rugiada dello Spirito Santo, la manna senza la quale non possiamo vivere.ย 

Non a caso, infatti, Gesรน ambienta la parabolaย nel cuore della notte; essa รจ immagine di quella in cui Dio ha “liberato i figli di Israele, nostri padri, dalla schiavitรน dell’Egitto” (Exultet di Pasqua). E’ notte anche oggi, per questo il Signore ci chiama a farciย pellegriniย per andare a “bussare”, umilmente, alla porta dell’Amico:ย dobbiamo chiedere quello che non abbiamo per essere quello che dovremmo essere.ย Non abbiamo il “pane” per sfamare l’amico che bussa alla nostra porta; siamo senzaย amoreย per la moglie, il marito, i figli, i colleghi. Non possiamo accogliere quanti, stanchi e affaticati, cercano in noi ospitalitร : รจ sacra, ci definisce come figli del Padre che ci ha accolto sempre con misericordia, ma non possiamo.ย Non abbiamo lo Spirito Santo per farci “pane” e offrire il riposo del perdono, la consolazione di una parola, la tenerezza dell’ascolto. Non possiamo farci carico dei peccati degli “amici” e lavare loro i piedi. Non possiamo aprire ai tanti Lazzaro che “bussano” alla porta del nostro cuore. Abbiamo dimenticato di esserlo stati noi, tante volte. Forse siamo giร  presi nelle fiamme che avvolgevano il ricco epulone, e non sappiamo come accogliere Cristo che “bussa” alla porta celato nel bisogno del fratello.ย Pur essendoย padri cattiviย –ย “schiavi”, secondo l’etimologia del termine “cattivi”ย –ย sino ad ora abbiamo dato “cose buone” ai nostri figli; non li abbiamo ingannati dandogli una cosa per un’altra.

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In Palestina, infatti,ย lo scorpione puรฒ essere anche biancastro. Quando questo tipo di scorpione si arrotola su se stesso per nascondersi e camuffarsi, assume una forma molto simile a un piccolo uovo.ย Lโ€™anguilla, poi, assomiglia molto a una biscia,ย mentre certe focacce erano simili a delle pietre. Ebbene, proprio partendo dal nostro cuore paterno possiamo intuire quello dell’Amico celeste, che non ci ingannerร  mai.Se noi, dunque, padri schiavi della carne, abbiamo saputo dare il pane che sazia la carne, forse che il Padre celeste non potrร  darci lo Spirito Santo per nutrire la natura divina che รจ in noi?ย E’ย il frutto compiuto della Pasqua, l’alito della vita eterna che ha risuscitato il Figlio e che il Padre vuole donarci. E’ il sigillo che Egli ha messo sul Pane che discende dal Cielo, sulla carne benedetta del Signore, con la quale ha vinto il peccato e la morte. Ricevendolo potremo donarci anche noi come “pane” capace di dare la vita anche a chi ci dร  la morte; come “pesci” pescati nelle profonditร  del peccato, come Adamo ed Eva sedotti dal demonio – il primo matrimonio… – e presi per mano da Cristo disceso negli inferi; e cosรฌ riemersi alla luce, saremo trasformati in alimento che annuncia e testimonia il perdono di ogni peccato.”Pani e pesci” moltiplicati da Gesรน quando si fa buio, per sfamare i suoi amici affamati.ย In ogni notte che ci avvolge impedendoci di vedere l’amico che abbiamo vicino possiamo “importunare” l’Amicoย perchรฉย “Lโ€™amico ama in ogni circostanza; รจ nato per essere un fratello nella avversitร ” (Pr 17,17): tuo figlio sta divorziando?

Non sopporti piรน tua suocera o tua moglie? Hai perso il lavoro e non ce la fai ad avere rapporti aperti alla vita? Hai paura della vecchiaia? L’artrosi ti ha rubato speranza e pace? Alzati durante la notte, ed entra nell’angoscia;ย e lรฌ dentro gettati in ginocchio, e “bussa” alle porte del Cielo e prega dicendo al tuo Amico, il Padre che ti ama, che proprio “Questa รจ la notte in cui, nel Figlio, hai vinto le tenebre del peccato”.ย Per questo il Vangelo ci spinge a “cercare, chiedere e bussare” per “ottenere” quello che ci manca. A camminare nella Chiesa per rivestire l’uomo nuovo.ย Gesรน ci invita a fare memoria della Pasqua,ย eย ricordare la nostra storia per entrare cosรฌ nella veritร  cheย รจ il bisogno estremo di chi non ha nulla, il nostro.ย Ci chiama a convertirci e incamminarci verso la fonte della Grazia, insieme al suo Popolo Santo per scendere i gradini dell’umiltร  che conducono al battesimo, imparare a confidare nel Padre, e ricevere lo Spirito Santo, l’unico che plasma in noiย l’amico di Dio e di ogni uomo.ย In fondo, รจ la stessa vocazione della Chiesa, che il Signore risorto viene a destare in questo tempo di Sinodo sulla famiglia.ย E’ notte, รจ vero, ma Cristo รจ risorto! Cristo รจ vivo nella Chiesa, il Popolo salvato nella notte di Pasqua dalla schiavitรน dell’Egitto. La Chiesa, la comunitร  cristiana, hanno ricevuto il potere su ogni peccato! Nell’iniziazione cristiana, il catecumenato che il Concilio Vaticano II ha rimesso al centro della pastorale, i cristiani possono imparare aย cercareย eย bussare, aย chiedereย lo Spirito Santo, l’unica medicina per il proprio matrimonio. Qualunque altra cosa, sarebbero pani e pesci che non saziano, succedanei che anche il mondo, “cattivo”, ovvero “schiavo” della carne, “sa dare”. Con i fratelli, invece, con il sostegno della comunitร  cristiana e dei pastori, si puรฒ entrare nella notte delle difficoltร , delle crisi e dei tradimenti, senza scappare: “Mezzanotte”, il cuore delle nostre tenebre vuote, รจ l’ora in cui alzarsi e pregare, per sperimentare cheย il nostro Amico ci dona il suo Spirito che vince ogni divisione, lega indissolubilmente nell’amore crocifisso gli sposi, conduce alla Terra Promessa dove stillano il latte e il miele della misericordia e della comunione.

don Antonello Iapicca

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Dal Vangelo secondoย  Luca 11, 5-13
Poi aggiunse: ยซSe uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani,ย perchรฉ รจ giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti;ย e se quegli dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta รจ giร  chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli;ย vi dico che, se anche non si alzerร  a darglieli per amicizia, si alzerร  a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarร  dato, cercate e troverete, bussate e vi sarร  aperto.ย Perchรฉ chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarร  aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darร  una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darร  al posto del pesce una serpe?ย O se gli chiede un uovo, gli darร  uno scorpione?
Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto piรน il Padre vostro celeste darร  lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!ยป.