Il commento alle letture di domenica 8 ottobre 2017 a cura di don Enzo Pacini cappellano del carcere ยซLa Dogaiaยป di Prato.
Se i vignaioli si appropriano della vigna
Il tema della ยซvigna del Signoreยป emerge con grande evidenza dalle letture di questa liturgia domenicale. Si tratta di unโimmagine ricorrente nella Bibbia, anche in altre pagine (cf. Sal 79,12), poichรฉ forse piรน di altre riesce a rendere lโidea dellโoperato di Dio: la fatica e il lavoro, lโassiduitร dellโimpegno richiesto per questo tipo di coltivazione; ma anche la bellezza, i colori, il sapore dei frutti e del vino promesso, insieme a tutto lโaspetto di relazioni amicali che la vendemmia da sempre produce, lโallegria e la delusione quando qualcosa va storto, la convivialitร di bere un bicchiere con amici e familiari. Si tratta perciรฒ di un simbolo potente, che ritroviamo anche nella liturgia eucaristica dove rendiamo grazie per il ยซfrutto della terra e del lavoro dellโuomoยป, che fa risaltare gli sfregi compiuti su questa sorta di affresco del progetto di Dio e ne fa cogliere lโamarezza.
Come un innamorato respinto e i cui regali non sono stati neppure considerati, Dio รจ stato frustrato nelle sue aspettative da un popolo che non ha corrisposto per niente alla sua chiamata, anzi, allโopposto, ha prodotto frutti velenosi: grida di oppressi, spargimento di sangue, il giardino delle delizie si รจ trasformato in un lager (Is 5,1-7; 1a lettura), la terra donata a tutti รจ stata sfregiata da recinti di filo spinato. Il brano evangelico (Mt 1,33-43) riprende questa considerazione ma con qualche variante. Una di segno positivo, pieno di speranza: la vigna non รจ il popolo, non รจ neppure la Chiesa, bensรฌ il regno di Dio, il corpo di Cristo formato dai tralci uniti a lui, vera vite (cf. Gv 15,1). Il senso della storia, per fortuna, non riposa in noi, รจ nelle mani di Dio, non รจ opera nostra ma dono della sua grazia. Come dire che, stavolta, la vigna produrrร certamente i frutti attesi, perchรฉ un Germoglio la vivifica (cf. Zc 6,12), il Messia morto e risorto.
Vi รจ perรฒ, se possibile, una riflessione ancora piรน amara: il Regno รจ comunque affidato alla testimonianza e alla cura di coloro che Dio chiama a ยซproclamare le opere meravigliose di colui che ci ha chiamati dalle tenebre alla luceยป (1Pt 2,9) perciรฒ non cโรจ piรน neppure la scusante della propria debolezza o incapacitร di fare frutti, ma solo il bieco interesse di chi, come i vignaioli, cerca lโereditร , senza accorgersi che lโereditร รจ la vigna stessa, cosรฌ come la ricompensa dellโannuncio del Vangelo รจ lo stesso annuncio (cf. 1Cor 9,18).
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Non limitiamoci a considerare questa parabola, come pure il brano di Isaia, solo i riferimento al popolo ebraico e ai capi che hanno rifiutato Cristo, la liturgia parla a noi oggi, e noi siamo i destinatari di questo annuncio. Se la Chiesa, come dice il Concilio, รจ il segno e lโinizio del regno (LG5), come si esprime, come parla agli uomini di oggi? Certamente se ne possono cogliere gli effetti in molti campi e situazioni, ma vi sono anche molti punti oscuri. E questi punti oscuri sono solo la conseguenza dellโopposizione del mondo o รจ proprio la nostra testimonianza che รจ fallace? Quando veniamo a conoscenza di eventi tristissimi che avvengono nella Chiesa stessa, violenze, divisioni, fiancheggiamenti dellโillegalitร , clientelismi, ricerca di denaro e potere, come non riconoscersi nei servi della parabola?
Il fuoco di sbarramento cui รจ sottoposto papa Francesco nel suo sforzo di riforma (o semplicemente di ripresa di temi che dovrebbero essere scontati), opposizione che ha sfiancato anche il suo predecessore Benedetto, non ci ricorda il tentativo dei vignaioli di appropriarsi del dono di Dio a proprio uso e consumo?
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
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XXVI Domenica del Tempo Ordinario โ Anno A
- Colore liturgico: Verde
- Is 5, 1-7; Sal.79; Fil 4, 6-9; Mt 21, 33-43
Mt 21, 33-43
Dal Vangelo secondo Matteo
33Ascoltate unโaltra parabola: cโera un uomo che possedeva un terreno e vi piantรฒ una vigna. La circondรฒ con una siepe, vi scavรฒ una buca per il torchio e costruรฌ una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andรฒ lontano. 34Quando arrivรฒ il tempo di raccogliere i frutti, mandรฒ i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandรฒ di nuovo altri servi, piรน numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandรฒ loro il proprio figlio dicendo: โAvranno rispetto per mio figlio!โ. 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: โCostui รจ lโerede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua ereditร !โ. 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrร dunque il padrone della vigna, che cosa farร a quei contadini?ยป. 41Gli risposero: ยซQuei malvagi, li farร morire miseramente e darร in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempoยป. 42E Gesรน disse loro: ยซNon avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato รจ diventata la pietra dโangolo; questo รจ stato fatto dal Signore ed รจ una meraviglia ai nostri occhi? 43Perciรฒ io vi dico: a voi sarร tolto il regno di Dio e sarร dato a un popolo che ne produca i frutti.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 08 โ 14 Ottobre 2017
- Tempo Ordinario XXVII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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