È la più grande produzione polacca del 2009, con 7 mila attori e comparse, 7 mesi di riprese in 14 città. È la storia di un uomo che, da semplice ragazzo di campagna, diventa la guida spirituale di un’intera nazione e il simbolo della lotta per la libertà e la verità. Il film racconta la vita di Padre Jerzy Popiełuszko. Parte dagli anni dell’infanzia passati nella provincia polacca, quindi racconta la scoperta della sua vocazione avvenuta durante il servizio militare. Segue poi tutte le tappe della sua leggenda che nasce e si diffonde nei tempi duri della legge marziale, e si conclude con il brutale assassinio che pone fine alla sua vita e con i solenni funerali a cui parteciparono oltre mezzo milione di persone. Il grande destino del protagonista si staglia sullo sfondo degli straordinari avvenimenti che hanno cambiato la storia della Polonia e la storia del mondo negli anni ’80. Sono gli anni in cui venne proclamato lo sciopero che dette inizio alla rivolta di Solidarność, il primo sindacato indipendente dell’Europa dell’Est, che il regime tentò di sopprimere con la dichiarazione della legge marziale. L’atmosfera infuocata di quei giorni viene ricostruita e restituita dalle numerose scene di massa del film, a cui hanno partecipato personaggi che presero realmente parte a quegli eventi. La scenografia restituisce con cura particolare e in modo straordinariamente fedele il colore e il clima di quegli anni. Popiełuszko è uno dei pochi film che racconta un periodo così importante della storia contemporanea. Certamente è il primo che descrive quegli anni in maniera ampia e fedele. Il film si rivolge al grande pubblico. In Polonia lo hanno visto più di 1.300.000 spettatori. Il suo successo è dovuto alla storia e alle grandi emozioni che racconta, al linguaggio semplice che usa e alle tecniche di ripresa e postproduzione più moderne che adotta. La sua preparazione è durata alcuni anni. In questo periodo i creatori del film hanno accumulato un’ampia documentazione, il cui punto di forza sono le testimonianze dirette delle persone che hanno seguito e accompagnato la vita di Padre Jerzy Popiełuszko. Nel corso della scrittura della sceneggiatura, oltre ad affidarsi alla consulenza di storici e di rappresentati ecclesiastici, l’autore si è costantemente consultato con la famiglia di Padre Jerzy e i suoi amici. Il film è stato prodotto dalla Focus Producers Srl., che ha investito nell’operazione circa 3 milioni di euro, ed è stato cofinanziato coi fondi del Polski Instytut Sztuki Filmowej e del Samorząd Województwa Mazowieckiego, e coprodotto dalla IF MAX-FILM S.A.
Uscita nazionale: 6 novembre 2009
Sinossi
Anni ’50, voivodato di Podlachia. Le autorità staliniste annientano le ultime resistenze dell’indipendenza partigiana. Infuria la propaganda. A casa del piccolo Popiełuszko il sostegno contro la repressione è la fede. Nel cuore del piccolo Jerzy nasce la vocazione. Fine degli anni ’60. Il giovane Popiełuszko è chiamato al servizio militare. Entra in un’unità riservata ai seminaristi. Con coraggio e insolenza giovanili si rifiuta di togliersi il rosario. Subisce vessazioni e punizioni, ma diventa la guida spirituale dei seminaristi che non vogliono sottomettersi ai commissari politici. Agosto del 1980. Dopo il primo pellegrinaggio di Giovanni Paolo II in Polonia, i lavoratori cominciano gli scioperi contro il regime. Popiełuszko è sacerdote a Varsavia, ma non suscita l’entusiasmo del parroco, perché non sa cantare. Gli operai in sciopero chiedono la celebrazione della messa. A Huta viene mandato padre Popiełuszko, che riconosce le rivendicazioni dei lavoratori, li aiuta e comincia a sentirsi necessario in quel posto, partecipando così alla rivolta di Solidarność. Viene proclamata la legge marziale. Varsavia è occupata dai carri armati e gli scioperi vengono brutalmente repressi. Padre Jerzy sente dentro di sé il sentimento dell’odio, ma lo combatte offrendo completamente se stesso ai lavoratori. La sua presenza ai processi contro gli esponenti di Solidarność attira l’attenzione degli agenti della polizia politica. Popiełuszko diventa testimone della grande dimostrazione di indipendenza dei lavoratori e del popolo polacco, ma anche della drammatica repressione da parte della polizia. La sua esperienza trova sfogo nell’omelia durante la “Messa per la Patria”. Nelle sue parole Popiełuszko riesce ad esprimere tutto quello che le persone sentono. Questo suscita rispetto e considerazione da parte di alcuni, odio e invidia da parte di altri. Le autorità 8 crediti non contrattuali politiche del paese intervengono contro di lui presso i vescovi. Sono sempre di più le persone che si affezionano a Padre Jerzy. La polizia politica cerca di intimorirlo. Questo provoca la formazione spontanea di un servizio d’ordine dei lavoratori, che intende difendere Padre Jerzy e la celebrazione della messa. Le messe attirano una moltitudine di persone. Vengono da tutta la Polonia, ma anche dai paesi confinanti, per ascoltare padre Jerzy, che diventa la guida spirituale di Solidarność. Maggio del 1983. I poliziotti uccidono selvaggiamente il figlio dell’attivista dell’opposizione Grzegorz Przemyk. Su Varsavia cala la paura. A differenza di altri, Popiełuszko cerca di convincere le gerarchie che bisogna pretendere la giustizia con coraggio. Organizza i funerali della vittima. Sessantamila persone rispondono al suo invito e testimoniano la loro opposizione al silenzio. Padre Jerzy inizia a comprendere il suo ruolo e la forza della sua influenza. Riceve inviti da tutta la Polonia, e in ogni luogo del paese indica i mali del regime e chiede la verità. Le autorità lo chiamano in procura. La sua casa viene perquisita. Vengono trovati un’arma e altri materiali compromettenti. Li ha introdotti la polizia segreta. Padre Jerzy viene arrestato. I media cominciano una campagna diffamatoria contro di lui. L’intervento diretto dei vescovi consente la sua liberazione, ma il Primate lo riprende. I suoi amici non capiscono perché Popiełuszko non voglia attaccare apertamente i suoi nemici, facendo pubblicamente i loro nomi. Padre Jerzy si sente debole e solo. Decide di partire, di andare in montagna. Qui incontra un uomo che gli mostra le manifestazioni di sostegno da parte di Giovanni Paolo II. Padre Popiełuszko prepara il pellegrinaggio dei lavoratori a Jasna Góra. Riceve delle minacce: se guiderà il pellegrinaggio, verrà ucciso. Capisce che tra le persone che lo circondano ci sono collaboratori della polizia politica. Un gruppo di amici gli suggerisce di andare a Roma per un breve periodo. Il Primate è d’accordo, ma deve essere Popiełuszko a chiederlo. Padre Jerzy vuole vivere, ma non vuole fuggire, e non chiede niente. Popiełuszko guida il pellegrinaggio a Jasna Góra. È un grande successo. Vi partecipano decine di migliaia di lavoratori. Ma il priore del monastero non gli permette di parlare a loro. Padre Jerzy si prepara al peggio. Ogni suo movimento viene controllato dagli agenti e i loro rapporti giungono sui tavoli delle più alte cariche del regime. Viene realizzato il primo attentato alla vita di Popiełuszko. Ma non riesce. Padre Jerzy annuncia ai suoi cari la sua morte. Si comporta in modo tranquillo e, prima dell’ultima partenza, organizza incontri con le persone, celebra la messa, confessa i fedeli. Parte per Bydgoszcz. Recita il rosario. Sulla strada del ritorno viene rapito e ucciso brutalmente. La notizia del rapimento e della morte di padre Jerzy provoca in tutta la nazione assemblee di persone che si riuniscono per pregare. Decine di migliaia di uomini si confessano e fanno la comunione. Al suo funerale accorrono centinaia di migliaia di polacchi che, senza paura, chiedono la verità.
Per maggiori informazioni: Mimmo Morabito