“Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita”, così inizia il vangelo di oggi, e a fermarci a questo primo versetto ci sembra una cosa buona. Lo stupore è una delle forme più alte di conoscenza. Ma purtroppo la storia finisce male, perché allo stupore noi preferiamo il pregiudizio e il pettegolezzo: “Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? (…) Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”.
Ed era per loro motivo di scandalo”. Troppo bello vedere il bene nelle cose, ma si sa che a fare notizia è il male, così cerchiamo il male ovunque. Siamo ossessionati dal male. Siamo ossessionati dai gossip, dagli scandali, dai complotti, dalla vita privata delle persone, dalla spettacolarizzazione del dolore. Paradossalmente Gesù e la sua storia offrono tanto materiale in questo senso. Ma non si può capire niente di Dio se tu pensi che Dio agisca come la mentalità da paese con cui ragionano i compaesani di Gesù e la stragrande maggioranza dei media attuali.
Aveva ragione Sant’Ignazio che c’è bisogno di discernimento, cioè di capire ciò che vale la pena da ciò che non vale. Uno che crede al primo pettegolezzo che gli arriva all’orecchio come può riconoscere la buona notizia del vangelo in mezzo a un mare di chiacchiere social, cartacee o di pianerottolo? Il Vangelo è scandalo, ma solo per i benpensanti.
don Luigi Epicoco su Facebook
Mt 13, 54-58
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.