Dove andiamo quando la stanchezza, la delusione, la prova, le preoccupazioni oscurano il cielo sopra di noi? Dove andiamo quando la tristezza rende i nostri passi stanchi e pesanti? Dove andiamo quando non abbiamo più parole per raccontare agli altri quello che viviamo? A questa domanda risponde il Vangelo di oggi: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi ed oppressi, e io vi darò ristoro”.
E’ Gesù l’unico posto dove possiamo ritrovare un po di respiro, dove possiamo sperare di rintracciare una nuova strada. La fede non è un rifugio ma delle volte è come l’abbraccio caloroso di qualcuno che ti ama. Solo dopo che ti senti addosso quell’abbraccio trovi la forza di continuare, di andare avanti, di imparare una posizione del vivere diversa da quella che ti ha portato a ridurti così. E come si fa a lasciarsi abbracciare da Gesù? Cominciandolo a desiderare.
Questo desiderio ci disporrà il cuore ad accorgerci di Lui, e un po’ alla volta ci accorgeremo che i sacramenti non sono solo riti, che la Parola non è solo la morale della favola, che la realtà non è soltanto un elenco di eventi casuali. Ma tutto è braccia Sue.
don Luigi Epicoco su Facebook
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 11, 28-30
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.