Io sono con voi tutti i giorni
Riflessione comunitaria di un gruppo di lectio divina
* Matteo 28,16: Tornando verso la Galilea. Fu in Galilea dove tutto ebbe inizio (Mt 4,12). Fu lì che i discepoli udirono la prima chiamata (Mt 4,15) e lì Gesù promise di riunirli, di nuovo, dopo la risurrezione (Mt 26,31). In Luca, Gesù proibisce di uscire da Gerusalemme (At 1,4). In Matteo, l’ordine è di uscire da Gerusalemme e di ritornare in Galilea (Mt 28,7.10). Ogni evangelista ha il suo modo particolare di presentare la persona di Gesù ed il suo progetto. Per Luca, dopo la risurrezione di Gesù, l’annuncio della Buona Novella deve iniziare a Gerusalemme per raggiungere i confini della terra (At 1,8). Per Matteo, l’annuncio inizia nella Galilea dei pagani (Mt 4,15) per prefigurare, così, il passaggio dai giudei verso i pagani.
I discepoli dovevano andare verso la montagna che Gesù aveva loro mostrato. La montagna evoca il Monte Sinai, dove si era conclusa la prima Alleanza e dove Mosè ricevette le tavole della Legge di Dio (Es 19 a 24; 34,1-35). Evoca la montagna di Dio, dove il profeta Elia si ritirò per ritrovare il senso della sua missione (1Re 19,1-18). Evoca inoltre la montagna della Trasfigurazione, dove Mosè ed Elia, cioè, la Legge e i Profeti, appaiono assieme a Gesù, confermando così che lui è il Messia promesso (Mt 17,1-8).
* Matteo 28,17: Essi dubitarono: I primi cristiani ebbero molta difficoltà a credere nella Risurrezione. Gli evangelisti insistono nel dire che dubitarono molto e furono increduli nei riguardi della Risurrezione di Gesù (Mc 16,11.13.14; Lc 24,11.21.25.36.41; Gv 20,25). La fede nella risurrezione fu un processo lento e difficile, ma finì per imporsi come la più grande certezza dei cristiani (1Cor 15,3-34).
* Matteo 28,18: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra: La forma passiva del verbo indica che Gesù ricevette la sua autorità dal Padre. In cosa consiste questa autorità? Nell’Apocalisse, l’Agnello (Gesù risorto) ricevette dalla mano di Dio il libro con i sette sigilli (Ap 5,7) e divenne il Signore della storia, colui che deve assumere l’esecuzione del progetto di Dio, descritto nel libro sigillato, e come tale è adorato da tutte le creature (Ap 5,11-14). Con la sua autorità e con il suo potere vince il Dragone, il potere del male (Ap 12,1-9), e cattura la Bestia ed il falso profeta, simboli dell’impero romano (Ap 19,20). Nel Credo della Messa diciamo che Gesù salì al cielo e si sedette alla destra di Dio Padre, divenendo così il Giudice dei vivi e dei morti.
* Matteo 28,19-20a: Le ultime parole di Gesù: tre ordini ai discepoli: Rivestito della suprema autorità, Gesù trasmette tre ordini ai discepoli e a tutti noi: (i) Andate dunque e fate discepoli da tutte le nazioni; (ii) battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo; (iii) insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato.
- Andate dunque e fate discepoli da tutte le nazioni: Essere discepolo non è lo stesso che essere alunno. Un discepolo si relaziona con il maestro. Un alunno si relaziona con il professore. Il discepolo vive insieme al maestro 24 ore al giorno; l’alunno riceve lezioni dal professore, alcune ore, e ritorna a casa sua. Il discepolato suppone comunità. Essere alunno suppone trovarsi in una aula per le lezioni. In quel tempo, il discepolato veniva indicato con l’espressione Seguire il maestro. Nella Regola del Carmelitano si dice: Vivere in ossequio a Gesù Cristo. Per i primi cristiani, seguire Gesù significava tre cose tra loro connesse:
– Imitare l’esempio del Maestro: Gesù era il modello da imitare e da ricreare nella vita del discepolo e della discepola (Gv 13,13-15). La convivenza giornaliera permetteva un confronto costante. In questa Scuola di Gesù si insegnava un’unica materia: il Regno! E questo Regno si riconosceva nella vita e nella pratica di Gesù.
– Partecipare al destino del Maestro: chi seguiva Gesù, doveva impegnarsi come lui a “stare con lui nelle tentazioni” (Lc 22,28), ed anche nella persecuzione (Gv 15,20; Mt 10,24-25).Doveva essere disposto a prendere la croce e a morire con lui (Mc 8,34-35; Gv 11,16).
– Possedere in sé la vita di Gesù: Dopo la Pasqua, si aggiunse una terza dimensione: “Vivo, ma non sono io che vivo, bensì Cristo che vive in me” (Gal 2,20). I primi cristiani cercarono di identificarsi con Gesù. Si tratta della dimensione mistica della sequela di Gesù, frutto dell’azione dello Spirito. - Battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo: la Trinità è la fonte, il destino ed il cammino. Colui che è battezzato nel nome del Padre che ci fu rivelato da Gesù, si impegna a vivere come un fratello nella fraternità. E se Dio è Padre, noi siamo tutti fratelli e sorelle tra di noi. Colui che è battezzato nel nome del Figlio che è Gesù, si impegna ad imitare Gesù e a seguirlo fino alla croce per poter risuscitare con lui. Ed il potere che Gesù ricevette dal Padre è un potere creatore che vince la morte. Colui che è battezzato nel nome dello Spirito Santo che ci fu dato da Gesù nel giorno di Pentecoste, si impegna ad interiorizzare la fraternità e la sequela di Gesù, lasciandosi condurre dallo Spirito che è vivo nella comunità.
- Insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato: per noi cristiani Gesù è la Nuova Legge di Dio, proclamata dall’alto della montagna. Gesù è scelto dal Padre come il nuovo Mosè, la cui parola è per noi legge: “Ascoltatelo” (Mt 17,15). Lo Spirito da lui mandato ci ricorderà tutto ciò che egli ci ha insegnato (Gv 14,26; 16,13). L’osservanza della nuova Legge dell’amore viene equilibrata dalla gratuità della presenza di Gesù in mezzo a noi, fino alla fine dei tempi.
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Né una scomparsa, né una perdita. L’ascensione di Gesù non coincide con la scomparsa. E neppure con una perdita. Paradossalmente proprio il Gesù che sale al cielo afferma: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. Gli apostoli e i discepoli non l’hanno dunque interpretata come una separazione dolorosa. Anzi, essa è stata motivo di gioia. Perché? Perche essa rappresenta una ulteriore e speciale manifestazione di Dio riguardo a Gesù, suo Figlio e Messia. Ascendere al cielo significa infatti abbandonare i limiti della condizione umana e terrena ed accedere alla gloria e alla potenza di Dio. Il Signore risorto ora può raggiungere ogni uomo e ogni donna. Il suo potere non ha più limiti ed impedimenti. Egli può offrire salvezza e vita ad ogni persona. Gesù aveva voluto essere uomo sino in fondo. L’ascensione rappresenta la glorificazione del Figlio di Dio e del suo operato. Quello che sembrava un fallimento era agli occhi del Padre la testimonianza autentica dell’amore. Per questo l’ascesa al cielo diventa una sorta di sigillo che il Padre mette sulla missione del Figlio.
Ileana Mortari – Sito Web
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Ascensione del Signore
- Colore liturgico: Bianco
- At 1, 1-11; Sal 46; Ef 1, 17-23; Mt 28, 16-20
Mt 28, 16-20
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 28 Maggio – 03 Giugno 2017
- Tempo di Pasqua VII, Colore – Bianco
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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