“Rimanete nel mio amore”. Con questa affermazione Gesù oggi ci dà il segreto di ogni agricoltura spirituale che porta frutto. Se vuoi far vivere un albero devi piantarlo nella terra, devi farlo restare in quelle zolle, devi inserirlo in un posto concreto.
Molte volte noi moriamo interiormente perché siamo piantati in cose astratte. Sono le cose astratte dei nostri propositi, dei nostri ragionamenti, delle nostre emozioni, delle nostre paturnie mentali. Noi confondiamo l’amore con ciò che pensiamo dell’amore, come noi confondiamo Dio con ciò che pensiamo di Lui. L’amore non è una cosa astratta, è un terreno concreto.
La vera domanda che dobbiamo farci è: che significa stare (rimanere) in un amore concreto? “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore”. Ecco perché amare nel cristianesimo è un “restare” in ciò che il Signore ci indica. Non è innanzitutto capire, manovrare, pianificare, ma tentare di mettere in pratica, di sforzarsi di vivere ciò che ci chiede. In questo sforzo si gioca tutta quella nostra personale forza di gravità che ci tiene ancorati concretamente al terreno.
E poi ci sono i sacramenti, che sono il nome proprio di questa concretezza. Senza sacramenti noi siamo come alberi senza terra intorno. Sono i sacramenti l’habitat naturale dove Gesù realizza la sua promessa di far diventare in noi la gioia in “gioia piena”. Dobbiamo essere concreti non meramente dotti.
don Luigi Epicoco su Facebook
Gv 15, 9-11
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.