Il Vangelo del Giorno, 16 Maggio 2017 – Gv 14, 27-31

Il testo ed il commento al Vangelo di oggi,
16 Maggio 2017 – Gv 14, 27-31

V Settimana del Tempo di Pasqua

 

  • Colore liturgico: Bianco
  • Periodo: Martedì
  • Il Santo di oggi: S. Ubaldo; S. Luigi Orione; B. Simone Stock
  • I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno.
  • Letture del giorno: At 14, 19-28; Sal.114; Gv 14, 27-31
  • Calendario Liturgico di Maggio

Gv 14,27-31
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Commento al Vangelo del giorno – Gv 14, 27-31

A cura dei Monaci Benedettini

Cosa temete?

La liturgia della Parola di Dio ci offre oggi parole di consolazione: il Signore ci dona la vera pace, di cui Lui solo è garante. Attraverso la sua vita e la vita dei suoi servi fedeli, che abitano la santa Chiesa di Dio, ci incoraggia a non avere paura: nulla ha da temere chi rimette la sua volontà nelle mani del Padre…

Il passaggio alla vita eterna è aperto, certo: stretto, ma sicuro: «è necessario passare attraverso molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio» ma Gesù è con noi e dopo un disagio iniziale che mette alla prova la nostra fede, non esita ad intervenire per allargare lui stesso quelle strette pareti così soffocanti! A noi non viene chiesto di soffrire allo stesso livello di Cristo, ma siamo ugualmente chiamati a condividere la sua stessa sorte gioiosa della risurrezione per la vita eterna.

Le nostre sofferenze sono già caricate su altre spalle; il peso che noi portiamo non è insopportabile, ma anzi, è stimolo a non fissare la nostra dimora in una terra che non è la nostra terra… Spalancare le porte a Cristo, la frase così cara a San Giovanni Paolo II, significa guardare con fiducia a Colui che lascia le sue orme profonde nel sentiero che siamo chiamati a percorrere.

Dobbiamo solo aprire bene gli occhi per vederle, per essere sicuri non solo individualmente, ma anche comunitariamente, del cammino di Verità che pacifica e rassicura i cuori pur intorpiditi e tremanti…

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