Commento al Vangelo del 23 aprile 2017 – Fraternità Gesù Risorto

San Pietro inizia la sua lettera ai cristiani facendo loro notare come la vita nuova, quella che scaturisce dalla nostra fede, ha origine nella “grande misericordia” del Padre. Ognuno degli interventi di Dio infatti è misericordia. Egli guarda gli uomini che soffrono tutti a causa del peccato, di quel peccato che ha avvelenato l’atmosfera in cui essi vivono. Il peccato non è solo il mio comportamento disobbediente al Padre, né solo quell’azione di cui io o tu ci sentiamo colpevoli, ma è soprattutto quel clima o atteggiamento di orgoglio, di superbia, di impurità, di vanità e di indipendenza che si respira in ogni ambiente: quasi una cappa di smog che toglie il respiro e annebbia lo sguardo. La misericordia del Padre ci raggiunge dentro questa situazione per farci “risorgere”, perché possiamo vivere una vita vivibile. Per questo ha mandato Gesù a subire la morte a causa di questo «peccato», per liberare noi dal suo influsso e dal suo enorme potere. Chi comincia ad amare Gesù infatti comincia a emanciparsi da quegli atteggiamenti, a sentirsi liberato dalle schiavitù dei modi di pensare che ci circondano, comincia a vivere, a respirare! Chi ama Gesù fa esperienza della sua “risurrezione”, cioè della sua vita nuova che non è più dominata dalla morte e dalla paura provocata dalla morte. Per questo Pietro può dire che “siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere afflitti da varie prove”: la gioia, “indicibile e gloriosa”, è frutto della fede e segno che la fede in Gesù è autentica.

Gli apostoli, Tommaso compreso, hanno vissuto quest’esperienza. Essi, chi prima chi poi, hanno creduto che Gesù è il Signore ed è il Figlio di Dio, che è vivo e presente, e a lui si sono affidati. Da quel momento essi si sono sentiti come in un nuovo mondo, sostenuti da una vita nuova, usciti fuori da quell’ambiente ostile in cui vivevano. Il loro Signore era risorto, e anch’essi, quali membra del suo Corpo, ne facevano l’esperienza. Il mondo, che continuava ad essere quello che essi avevano sempre vissuto e frequentato, dentro il quale avevano imparato a pensare e ragionare, dentro il quale trovavano soddisfazioni e preoccupazioni, non era più sostegno al loro vivere. Vivendo con Gesù risorto essi si sentivano in un altro mondo. Dico questo degli apostoli perché è adesso l’esperienza di coloro che cominciano ad appartenere a Gesù. È anche la tua esperienza, la tua gioia e la tua fatica. I discepoli che con grande gioia dicono a Tommaso: “Abbiamo visto il Signore”, sono diversi da prima, pur vivendo ancora nel mondo che li rifiuta e li odia. Vedendo e ascoltando Gesù, ne sono diventati liberi, capaci di affrontare l’inimicizia e la menzogna dell’ambiente che non li vuole più. Da quando essi hanno ricevuto lo Spirito Santo dal soffio di Gesù risorto, e da quando hanno ricevuto da lui l’annuncio “Pace a voi”, non sono più succubi dell’influsso del loro proprio peccato, ma nemmeno di quello di tutto il mondo: sono finalmente liberi, e si esercitano a godere di questa libertà.

La misericordia di Dio è davvero una grande misericordia. I discepoli che ne sono raggiunti cominciano a vivere quello che Gesù stesso chiamava “Regno dei cieli”, un regno non più di lupi, nel quale il re è l’egoismo, ma un regno di agnelli, perché il re è l’Agnello immolato. Eccoli infatti riuniti insieme, “perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere”. Hanno cambiato i loro interessi, che non sono più quelli imposti dal mondo, avidità, orgoglio e ambizione. Hanno umiltà per continuare ad imparare, e si lasciano istruire dagli apostoli, si riuniscono come veri fratelli che si amano e condividono i beni della terra e condividono la loro fede pregando insieme. L’Eucaristia non è un momento fittizio, ma esprime quanto è nei loro cuori e li sostiene per continuare con perseveranza. Il loro numero cresceva, perché molti erano attratti dalla vita vera che vedevano vissuta da loro: “Il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati”.

Noi leggiamo queste pagine con santa invidia. Diversamente da allora noi stiamo assistendo alla disgregazione delle comunità cristiane e soffriamo per questo. Come mai? Ci manca la perseveranza nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli? Il nostro riunirci è superficiale, tanto da non toccare la nostra vita quotidiana, oppure avviene raramente ed è smorto come fosse uno scomodarci per qualcosa di poco importante? Il nostro pregare è senz’anima, senza gioia, come sapessimo di pregare un Dio sordo o muto o un Dio che non ci ama? Le nostre Eucaristie sono vissute come un dovere più temuto che atteso?

Cominciamo ad apprezzare la vita nuova, partecipazione alla vita di Gesù risorto! E la Chiesa ricupererà vigore e diverrà nuovamente attraente, per attirare a Gesù coloro che devono essere salvati”

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A cura della Casa di Preghiera S.Maria Assunta – Tavodo  -Via della Pieve, 3 – 38078 SAN LORENZO DORSINO – TN

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Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 23 aprile 2017 anche qui.

OTTAVA DI PASQUA.
In Albis, della Misericordia di Dio.

II Domenica del Tempo di Pasqua

Gv 20, 19-31
Dal Vangelo secondo Giovanni

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi».

22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». 24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 16- 22 Aprile 2017
  • Tempo di Pasqua I, Colore – Bianco
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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