Nella notte più bella la Chiesa ci chiama a ravvivare la nostra fede ancorandola sulla risurrezione di Gesù. In un tempo in cui rimaniamo talvolta oppressi dalla preoccupazione per il nostro vivere, la lieta notizia sbaraglia ogni tenebra e squarcia orizzonti di nuova speranza. La stessa speranza che è maturata nel cuore delle due donne che si recano di buon mattino presso il sepolcro del loro Signore, convinte forse di porgergli un gesto dovuto dettato dalla consuetudine.
Ma la risurrezione del Signore è l’evento che supera le nostre aspettative e ci mette nella condizione di guardare alla vita con occhi nuovi. Alla prima luce dell’alba, che sembra già presagire un giorno nuovo, ben presto si sostituisce la pienezza di un incontro che – pur con tutte le difficoltà e le comprensibili fatiche – radica e sospinge la creatura in una relazione da costruire col Signore. Come ha sottolineato papa Francesco, ogni cristiano è chiamato «… in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta» (Evangelii gaudium, n. 3). Lo spavento e l’incertezza sono soltanto il primo tassello di un dialogo che si va costruendo e che inevitabilmente sfocia poi nell’annuncio.
L’angelo sembra quasi preparare il cuore di Maria di Magdala e dell’altra Maria all’incontro personale e straordinario col Risorto, prima ancora che alla testimonianza: soltanto un credente fermamente convinto che «se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione» (Rm 6,5) diventerà quel testimone autentico e credibile di cui la Chiesa ha bisogno per annunciare al mondo la salvezza.
Le due donne, mentre si mettono in cammino verso i discepoli, hanno già compreso che il sepolcro – il luogo dunque della morte – non è il terreno su cui cresce la fede del cristiano. Tuttavia, affinché il loro timore possa essere dileguato per sempre è necessaria l’esperienza personale dell’incontro con Gesù: è Lui che gli si fa prossimo lungo il cammino e le invita a riconoscerlo come Signore della vita, la pietra scartata dai costruttori che ora è divenuta testata d’angolo, la luce che sconfigge ogni buio e illumina i passi dell’uomo.
Adesso le due testimoni del Risorto possono riprendere il passo verso i discepoli perché il timore è stato precipitato insieme alla morte e l’annuncio sulle loro labbra trabocca di sola gioia. È la gioia della risurrezione che ogni cristiano annuncia al mondo. È la gioia che plasma ogni gesto e ogni parola del credente. È la gioia che, pur condividendola, mai si consuma.
È il tuo amore, Signore Gesù,
che splende ogni giorno come il primo.
Come un nuovo inizio,
grazie al tuo perdono e alla vita immortale
che tu riversi in noi.
Prova a guardare solo ai nostri sepolcri
aiutaci a orientare la nostra esistenza
verso la risurrezione che tu vieni a portare.
[toggle title=”LEGGI IL BRANO DEL VANGELO” state=”close”]
Dal Vangelo secondo Matteo (28,1-10)
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba.
Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto.
Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono.
Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
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