Commento al Vangelo di domenica 26 marzo 2017 – Azione Cattolica

Gesù passa, vede un uomo che da anni sta seduto a chiedere l’elemosina.
Si ferma, non va oltre. Lo ama. Gli comanda: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe». La guarigione non è frutto di qualche magia.

È molto più semplice: basta obbedire alla parola di Gesù.
Anche per noi è possibile rivivere questa storia: è sufficiente lasciarsi toccare il cuore dal Vangelo.
Tutto il racconto intende sottolineare due atteggiamenti contrapposti.

Da una parte c’è il cieco che, guarito fisicamente, giunge gradualmente alla luce della fede in Gesù. L’evangelista descrive l’itinerario della fede nel suo progressivo chiarificarsi: per il cieco Gesù è dapprima «l’uomo che si chiama Gesù» (v. 11), poi «un profeta» (v. 17); infine Gesù gli si rivela come il «Figlio dell’uomo».

Mentre il cieco vede sempre più, dall’altra parte gli avversari diventano sempre più ciechi. Veramente l’uomo, come ha la possibilità di aprirsi alla fede, porta anche in sé il potere di fabbricarsi delle buone ragioni per non vedere, di crearsi delle false evidenze, di rifiutarsi di aprire gli occhi dicendo che “vede”.

In quanto credenti, sappiamo che Cristo è la luce, è colui che, col dono della fede, nel nostro Battesimo ha aperto i nostri occhi rendendoci capaci di vedere la realtà: la realtà di Dio e la realtà del mondo con gli occhi stessi di Dio. Tale dono, però, impegna al contatto costante con Cristo luce e alla testimonianza instancabile della fede.

Paul Claudel, in una sua opera, fa dire a un cieco questa domanda: «Voi che ci vedete, che ne fate della luce?» È una domanda che milioni di ciechi spirituali rivolgono oggi ai cristiani: «Voi che credete in Cristo che ne fate della vostra fede?».

A che punto ci troviamo nel cammino di fede? Permettiamo a Gesù di guarirci col Vangelo e con i sacramenti, oppure siamo ancora ciechi o miopi?

In che misura facciamo nostra la professione «Io credo, Signore»?
Più si crede e più si testimonia. Ma anche, più si testimonia e più cresce la fede. Come ci ricorda Giovanni Paolo II, «La fede si rafforza donandola».

Donaci la tua luce, Signore.
Affinché ci apra gli occhi
per scoprire di essere guardati, cioè amati da te.
Perché ci liberi dalla presunzione
e dalla tentazione di vivere di noi stessi.
Per assomigliare alla luna,
che illumina gli altri di una luce che riceve,
rendici tuoi testimoni.

[toggle title=”LEGGI IL BRANO DEL VANGELO” state=”close”]

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 26 marzo 2017 anche qui.

IV Domenica del Tempo di Quaresima

Gv 9, 1-41
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».

Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 26 Marzo – 01 Aprile 2017
  • Tempo di Quaresima IV, Colore rosa
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO

[/toggle]

Read more

Local News