Commento alle letture di domenica 26 marzo 2017 – Missionari della Via

Il commento alle letture di domenica 26 marzo 2017 a cura dei Missionari della Via.

Gesù, passando, vede questo cieco e gli va incontro per aiutarlo; non aspetta che quest’uomo gli chieda aiuto: l’iniziativa è sempre la Sua! Gesù compie un gesto che a noi potrebbe sembrare un po’ strano e “poco delicato”: sputa per terra e impasta un po’ di terra con la saliva e spalmandola sugli occhi del cieco; con questo gesto, Egli richiama l’atto col quale Dio creò l’uomo dalla polvere del suolo.

Quindi dice al cieco di andare a lavarsi nella piscina di Siloe.
Mettiamoci nei panni del cieco: si sente venire incontro un tale che, senza dirgli niente, gli mette sugli occhi della fanghiglia mista a saliva e che lo manda, conciato così, a lavarsi in una piscina dall’altra parte, nel punto più basso della città: mica facile, eh? Chissà le burle della gente! Ma questo cieco avverte qualcosa nel cuore, si fida delle parole di Gesù e questa sua fede permette a Gesù di guarirlo. Il cieco si fida di quel Gesù – che non vede – e di quelle parole – che sente (proprio come accade a noi oggi!).

Sì, perché oltre a quello del corpo, c’è anche un altro occhio, ben più importante, che viene guarito: è l’occhio del cuore, della fede, che ci apre alla relazione con Dio, fede che riceviamo in dono quando veniamo immersi in Dio mediante il battesimo! E non una fede generica, ma la fede in Gesù!

La sua guarigione avviene in modo graduale, la sua fede cresce in modo graduale: non dimentichiamolo mai, è un cammino! La fede è un cammino, la conversione è un cammino.

Quest’uomo, alle domande dei farisei risponde con un crescendo: prima definirà Gesù solo come uomo, poi profeta, infine, dopo esser stato scacciato dalla sinagoga per aver difeso l’operato di Gesù, incontrandolo di persona, lo chiamerà Signore, che in greco traduce il nome di Dio nell’Antico Testamento!

All’opposto invece, ecco l’atteggiamento dei farisei, che negano ostinatamente il miracolo e zittiscono pure i testimoni. Perché tanta durezza? Perché non vogliono cambiare: hanno le loro sicurezze, i loro schemi, le loro abitudini; pensano di sapere tutto su Dio e sul suo modo di agire. Non gli interessa capire: pensano di sapere già, si sentono a posto e perciò arrivano a negare persino l’evidenza dei fatti. Della serie: non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere! Eh sì, che brutta bestia la presunzione, che porta al rifiuto ostinato degli altri e delle cose che ci vengono dette; per non parlare poi dell’intima convinzione di sentirsi sempre a posto, nel giusto, volendo aver sempre ragione, che ci rende ciechi persino davanti all’evidenza dei fatti!

«A questo punto, il Vangelo chiede a ognuno di noi: ma io a che punto sono nel cammino? Chi è Gesù per me? Che sia uomo, ossia che è storicamente esistito, è innegabile. Che sia stato un profeta, cioè che ha aperto all’umanità nuovi orizzonti religiosi e morali, anche questo è ammesso quasi universalmente. Molti però si fermano qui. Ma non basta. Anche per un fratello musulmano, stando ai testi del Corano, Gesù è un profeta. Il salto mediante in quale si diventa cristiani, è quello per cui si proclama, come il cieco guarito, che Gesù è il Signore, che è Dio fattosi uomo, il Dio della mia vita!» (R. Cantalamessa).

Sì, è Dio fattosi come me, perché io lo potessi conoscere nella verità e incontrare concretamente, cosa che oggi è possibile grazie ai sacramenti. Per noi credere è credere in Gesù. Ho fede in Gesù se in qualche modo ho fatto esperienza di Lui, se l’ho incontrato. Non ci arrivo solo a colpi di intelligenza, ma aprendomi a Lui, così come non mi innamoro dopo aver studiato all’anagrafe i dati di una ragazza o di un ragazzo, ma dopo averlo conosciuto e frequentato!

Non c’è amore che non sia amore di qualcuno e non c’è fede che non sia fede in qualcuno! Non limitiamoci a filosofeggiare o ad aprire tanti libri, ma apriamo soprattutto il cuore e il Vangelo!

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IV Domenica del Tempo di Quaresima

Gv 9, 1-41
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».

Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 26 Marzo – 01 Aprile 2017
  • Tempo di Quaresima IV, Colore rosa
  • Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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