Il Vangelo del Giorno, 16 Gennaio 2017 – Mc 2, 18-22

Il testo ed il commento al Vangelo di oggi,
16 Gennaio 2017 – Mc 2, 18-22

II Settimana del Tempo Ordinario – Anno I

  • Colore liturgico: Verde
  • Periodo: Lunedì
  • Il Santo di oggi: S. Marcellino I; S. Tiziano; B. Giuseppe A. Tovini
  • Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.
  • Letture del giorno: Eb 5, 1-10; Sal.109; Mc 2, 18-22

Mc 2, 18-22
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Commento al Vangelo del giorno – Mc 2, 18-22

Commento a cura dei Monaci Benedettini

Gesù Cristo è il vero sacerdote.

Gesù come ogni sacerdote è costituito tale per iniziativa di Dio. Egli infatti è sacerdote in quanto “Figlio” e “messia” o re, proclamato dalla parola di Dio. In secondo luogo Gesù, a differenza dei sacerdoti umani, peccatori e limitati, non ha bisogno di offrire sacrifici per se stesso.

Anzi Gesù non presenta a Dio cose, né compie riti simbolici, ma offre se stesso a Dio in una relazione di fedeltà filiale, attuata nella condizione estrema: la sofferenza della morte. Ogni essere umano, sfidato dalla sofferenza e dalla morte, è chiamato a vivere questa liturgia della vita. Gesù è il segno benevolo di Dio per noi. Egli è anche l’uomo che si schiera dalla parte di Dio, a costo della sua vita.

È il segno supremo della fedeltà di noi uomini a Dio. Egli è il grande sacerdote che presenta al Padre il dono della sua e della nostra vita. Gesù con la sua missione storica inaugura l’epoca messianica, tempo di gioia e di esultanza spirituale. Egli però sarà riconosciuto messia solo attraverso il dramma della sua morte violenta. Allora la comunità dei discepoli, dopo la Pasqua, ricorderà la separazione dolorosa dal suo Signore, lo sposo, con la pratica del digiuno. L’annuncio gioioso fatto da Gesù.

Il regno di Dio si è fatto vicino. Come la fede nella sua resurrezione da morte costituisce il fatto nuovo che non può essere racchiuso nei vecchi schemi della religiosità rituale e legalista. In tale prospettiva anche le pratiche religiose tradizionali devono essere ripensate e vissute nello spirito della gioia e speranza evangelica. Nel vangelo abbiamo sentito del digiuno.

Proviamo a chiederci… che senso ha per me un digiuno religioso, un digiuno cristiano, un’astinenza dalle carni il venerdì dell’anno intero?

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