Il Vangelo del Giorno, 2 novembre 2016, Gv 6, 37-40

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Il testo ed il commento al Vangelo di oggi,
2 Novembre 2016 – Gv 6, 37-40

XXXI Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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  • Colore liturgico: Verde
  • Periodo: Seconda settimana del Salterio
  • Mercoledì – 30.a Tempo Ordinario
  • Il Santo di oggi: COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI
  • Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi
  • Letture del giorno: Gb 19, 1.23-27; Sal 26; Rm 5, 5-11; Gv 6, 37-40

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Gv 6, 37-40
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla:

«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.

Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

IN ALTERNATIVA:

Mt 25, 31-46 | Mt 5, 1-12

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Commento al Vangelo del giorno – Gv 6, 37-40

Commento a cura dei Monaci Benedettini

Perché chiunque abbia la vita eterna.

Nessuno di noi conosce con certezza la sorte dei propri cari dopo la loro morte. Sappiamo però che tutti subiscono e noi subiremo il giudizio di Dio che in modo inappellabile segnerà la nostra sorte. E nonostante la misericordia di Dio, abbiamo il fondato timore, per le inevitabile debolezze e umane fragilità, che prima di entrare nella gloria dei santi, sia necessario un periodo, più o meno lungo, di purificazione nel Purgatorio.

Mentre le anime purganti più nulla possono fare per se stesse, essendo concluso per loro il tempo della prova, noi cristiani siamo convinti che possiamo suffragare le loro anime, con le nostre preghiere, con i nostri sacrifici e soprattutto affidandole a Cristo redentore, quando ripete il suo sacrificio nella santa Messa. È sorta così la pia consuetudine di antichissima origine e comune a molte religioni, di pregare per i defunti.

Molti buoni fedeli, non mancano di fare e chiedere suffragi per i propri cari, implorando per loro un particolare ricordo nella celebrazione eucaristica. Alcuni cercano di lucrare indulgenze da offrire sempre in suffragio dei defunti. Sono però praticamente innumerevoli le cosiddette anime dimenticate, quelle per cui nessuno prega in particolare, anche se sappiamo bene, che la Chiesa incessantemente, in ogni celebrazione, implora misericordia e pietà per tutti i defunti.

Oggi, in atteggiamento di cristiana solidarietà, con spirito di fraternità, siamo sollecitati a ricordarli tutti e in modo speciale. Ecco spiegata la lunga processione verso i cimiteri, le visite ai sepolcri, i fiori e le preghiere di tanti. L’invito alla preghiera, unico modo valido di dare suffragio alle anime dei trapassati, vuole anche correggere alcuni atteggiamenti superficiali, fatti solo di cure esteriori alle tombe con ornamenti e frònzoli che servono solo ad appagare il nostro occhio, ma a nulla giovano ai nostri cari.

La fede infatti ci illumina e ci fa credere che lì riposano sole le misere spoglie mortali in preda alla corruzione, la loro anima vive ormai in un’altra dimensione. Ci sia di ulteriore sprone il pensiero che se per le nostre preghiere le anime purganti giungono in Paradiso, ci garantiamo una schiera di santi intercessori per noi presso Dio. Non possiamo infatti dubitare che ci ricambieranno abbondantemente il favore che abbiamo loro fatto.

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