Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.lamiavocazione.it
Questa parola di Gesù al samaritano guarito suona molto strana. Non era stato Gesù a guarirlo? Eppure è una parola che Gesù ripete spesso: al cieco sulla strada di Gerico, alla donna che gli tocca il mantello, a Giairo a cui muore la figlia,; così agli apostoli molto spesso “credete in Dio e credete anche in me”; a Tommaso “non essere più incredulo ma credente”. Per Gesù la fede in lui è al cuore della buona novella che propone ai suoi discepoli. Sicuramente il primo comandamento è l’amore ma nel Nuovo Testamento l’amore e la fede son sempre inseparabili. Credere vuol dire aver fiducia in Gesù Cristo.
[ads2]La fede è un mistero. E’ un dono di Dio che nessuno può ne vedere ne misurare. Non si può fare ne una statistica ne un’inchiesta su quanti credono in Dio. Poi c’è il problema della vera fede. Racconta il teologo Von Balthasar che un suo collega aveva il problema della fede della povera gente che era propenso a ritenere superstizione. Un giorno interrogò un boscaiolo “Tu credi?, “certamente” , rispose e “che cosa credi?” Silenzio . Dopo un po’ rispose “a quello che crede la chiesa”va bene “E la chiesa in che cosa crede , la risposta fu pronta “In quello che credo io”. Proprio così. La fede è un dono che Dio da ai suoi fedeli . Nella quarta preghiera eucaristica pregando per i defunti la chiesa ci fa dire “Per coloro che tu solo hai conosciuto la fede”. Solo Dio da la fede e conosce la fede.
Cos’è la fede che salva? E’ la fede che diventa fiducia, che dura, che cresce, che si approfondisce di anno in anno e che rimane presente nella nostra vita attraverso tutte le vicissitudini, la fede che risponde con modestia e confidenza alla fedeltà di Cristo. E ciascuno deve porsi chiaramente e con sincerità la questione: credere per me è veramente principale, importante? La risposta è facile. E’ evidente che molti cristiani sono interessati alla loro famiglia, ai loro affari, al loro lavoro molto più che a Dio. Certamente alcune preoccupazioni non possono essere ignorate ma dobbiamo anche riflettere ed essere lucidi sulla propria vita davanti a Dio.
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XXVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
- Colore liturgico: verde
- 2 Re 5, 14-17; Sal 97; 2 Tm 2, 8-13; Lc 17, 11-19
[ads2]Lc 17, 11-19
Dal Vangelo secondo Luca
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 09 – 15 Ottobre 2016
- Tempo Ordinario XXVIII, Colore verde
- Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net