Don Mauro Manzoni di graficapastorale.it, propone una riflessione sul brano del Vangelo di domenica prossima, 25 settembre 2016.
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Da un lato c’è un uomo definito semplicemente come ricco, senza altri attributi, e non è nemmeno un ricco cattivo. Dall’altro c’è un povero di nome Lazzaro. Quest’ultimo non chiede nulla, è presente e basta.
Tra i due si avverte una distanza invalicabile, un abisso di ignoranza, di egoismo, di presunzione che si è scavato intorno al ricco, la cui coscienza atrofizzata non riesce neppure a percepire il muto rimprovero della povertà. E’ minacciato da una paralisi spirituale che rende incapace di accogliere qualunque richiamo ad un cambiamento di vita.
L’immagine che ci propone il Vangelo è stupenda: quaggiù, su questa terra, sono i poveri che attendono davanti alla porta dei ricchi, lassù saranno i ricchi che supplicheranno i poveri di ricordarsi della amicizia che non hanno dimostrato loro, della ricchezza che non hanno condiviso, della comunione dei beni che hanno realizzato soltanto a loro favore.
Questa pagina evangelica è più che attuale anche oggi in questo mondo, in cui tanti Lazzaro giacciono alla nostra porta, in questa società del benessere tanti Lazzaro attendono qualcosa di diverso. Oggi, come ieri, ciò che conta è varcare l’abisso che ci separa da loro prima che diventi un baratro insormontabile.
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XXVI Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
- Colore liturgico: verde
- Am 6, 1.4-7; Sal 145; 1 Tm 6, 11-16; Lc 16, 19-31
[ads2]Lc 16, 19-31
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 25 Settembre – 01 Ottobre 2016
- Tempo Ordinario XXVI, Colore verde
- Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 2
Fonte: LaSacraBibbia.net