Quest’opera, raro esempio di poesia mistica in lingua catalana, descrive la relazione dell’essere umano, l’amico, con il trascendente, l’amato, e il legame che li unisce, l’amore: è un libro che ancora oggi ci colpisce perché capace di esprimere un sentimento universale, un desiderio che resiste all’erosione del tempo e della storia. Chiunque, a un certo punto della sua vita, abbia sperimentato in sé la segreta forza dell’amore, sarà commosso da queste parole: vi si riconoscerà e si sentirà compreso, scorgendo in esse i movimenti del proprio cuore.
Nel video qui sopra, Federica D’Amato racconta “Il libro dell’amico e dell’amato” che è un vero e proprio gioiello della letteratura medievale. Scritta dal catalano Raimondo Lullo, poeta, mistico, filosofo, alla fine del XIII secolo, l’opera nasce con un pretesto didattico, quello di educare e di intensificare la devozione e la fede in Dio degli eremiti cristiani ma è sostanziata da intenzioni, immagini amorose attinte da Lullo dalla poesia trobadorica cortese e dalla mistica dei dervisci musulmani.
Ne risulta così redatto un breviario di 357 versetti tanto brevi ed essenziali quanto struggenti, che ancora oggi, a distanza di sette secoli, non solo continuano a narrarci dell’amore tra l’amico, la creatura, e il suo amato, il Creatore, ma con straordinaria modernità parlano e raccontano anche di noi, del nostro bisogno di dare e ricevere un infinito amore.