Commento al Vangelo di domenica 18 settembre 2016 – don Mauro Manzoni

Don Mauro Manzoni di graficapastorale.it, propone una riflessione sul brano del Vangelo di domenica prossima, 18 settembre 2016.

Chi desidera automaticamente avere il testo delle riflessioni, mandi il proprio indirizzo email a riflessionevangelo@graficapastorale.com che lo spedirà ogni settimana.

Dona perdonando e perdona donando. Non è un gioco di parole, ma lo stile di Dio verso di noi.

Se abbiamo causato del male, riscattiamolo col bene. “Vogliatevi – dice San Pietro nella sua lettera – vogliatevi molto bene tra voi, perché l’amore cancella una grande quantità di peccati” ( 1Pt 4,8).

Se abbiamo ingannato, frodato, sfruttato, speculato, allora copriamo e riscattiamoci con la verità, l’onestà, col servizio e la giustizia, perché noi siamo solo amministratori, non padroni o proprietari.

Quando il dono sostituisce lo sfruttamento, quando l’ingiustizia è rimpiazzata dall’accoglienza, diventiamo amministratori responsabili e discepoli del Cristo. Responsabili dei doni e dei talenti ricevuti dal Signore, per renderci utili agli altri nella condivisione e partecipazione fraterna.

C’è una falsa fede: quella di chi pensa di essere a posto in coscienza perché compie pratiche religiose costantemente, partecipa a celebrazioni e liturgie, o si mette la mano in tasca per elemosinare il resto di un caffè.

Ce lo sbatte in faccia quel guastafeste del profeta Amos nella prima lettura di questa domenica: sono dei praticanti la religione e non vedono l’ora che siano finite le funzioni sacre per poter tornare ai propri affari, che sono perlomeno discutibili, tutti tesi a creare una ingannevole ed iniqua ricchezza, acquisita sulle spalle degli altri, soprattutto dei più poveri.

Certamente non ci salveremo per le nostre elemosine, ma perché, anche nel poco, condividiamo del nostro.

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XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

[ads2]Lc 16, 1-13
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.

L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.

Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.

Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 18 – 24 Settembre 2016
  • Tempo Ordinario XXV, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 1

Fonte: LaSacraBibbia.net

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