Il Vangelo del Giorno, 2 Agosto 2016, Mt 14, 22-36

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Il testo ed il commento al Vangelo del 2 agosto 2016 – Mt 14, 22-36

XVIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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https://youtu.be/OwizvHH-mLQ

  • Colore liturgico: Verde
  • Periodo: Seconda settimana del Salterio
  • Martedì – 18.a Tempo Ordinario
  • Santo del giorno: S. Eusebio di Vercelli (mf); S. Pier Giuliano Eymard (mf)
  • Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso in tutto il suo splendore
  • Liturgia: Ger 30,1-2.12-15.18-22; Sal 101; Mt 14, 22-36

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Mt 14, 22-36
Dal Vangelo secondo Matteo

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.

La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».

Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».

Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commenti al Vangelo di Mt 14, 22-36

Commento a cura dei Monaci Benedettini

[ads2]Quel che rende puro o impuro…

È una autentica tentazione, tra l’altro ricorrente nella storia, quella di restare legati e vincolati alle tradizioni degli antichi senza accorgersi delle novità che sopraggiungano. Si rischia così di cadere in un precoce invecchiamento dello spirito, una specie di ottenebramento mentale e ancor peggio, in atteggiamenti di critica assurda anche della migliori novità. Ecco gli scribi che, ancora una volta, lanciano i loro miseri strali verso gli apostoli e verso il Signore.

Come possono in quello stato di colpevole cecità accorgersi della novità del messaggio che Egli sta annunciando? Dovrebbero essere loro le guide sagge e illuminate, sono invece ciechi e guide di ciechi. Cristo è la novità prima ed ultima. È la rivelazione della gloria del Padre. Il testimone della sua misericordia: è venuto a fare nuove tutte le cose; Egli è il Figlio di Dio, ma solo nell’umiltà della fede lo si riconosce come tale e non sicuramente nell’arroganza e nella critica gratuita. Gesù coglie l’occasione per ricordarci che non siamo inquinati dal cibo che prendiamo o dalla mancanza di un rito di abluzione, ma dai pensieri malvagi che sgorgano da un cuore inquinato.

C’è poi in questo brano un forte richiamo per tutti i credenti, ma particolarmente per coloro che hanno ricevuto o si arrògano il compito di educare, di annunciare le verità supreme e di essere testimoni credibili di quelle verità. Criticare e blaterare dai vari pulpiti è fin troppo facile, essere sempre coerenti con quanto si annuncia richiede sacrificio, molta preghiera e una particolare illuminazione dello Spirito Santo. Ci dia il Signore la grazia di rispondere sempre più fedelmente a questo compito.

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