Commento a cura di mons. Giuseppe Mani dal sito www.lamiavocazione.it
Il prossimo. La lezione maggiore del vangelo di oggi è che non esiste un prossimo “a priori”. Evidentemente ciascuno di noi ha i suoi prossimi: parenti, figli, vicini, colleghi ma questa prossimità non basta a fare di queste persone “il mio prossimo”. La prova è che ci sono sposi che si odiano e fratelli che non si sopportano. Essere prossimo esige un trasferimento, una scelta libera anche quando si tratta di esseri più vicini. A maggior ragione quando si tratta di persone lontane per razza, cultura, modi di vita e nazionalità. Sostituendo la nozione “farsi prossimo” a quella “avere un prossimo” Gesù aggiunge qualcosa alla legge: la compie e la surclassa. Questo compimento non è che la traduzione di ciò che ha fatto Dio stesso in Gesù Cristo, il Dio inaccessibile si è fatto prossimo, il giusto ha raggiunto i peccatori; “il cielo e la terra si abbracciano”, il Dio della legge si rivela Dio-Amore.
Un uomo. L’uomo della parabola è qualificato così”un uomo” un uomo qualunque, che sia giudeo, samaritano, romano, bianco o nero …. Gesù vuol farci capire che la qualità dell’uomo è sufficiente per farci fare le nostre scelte. La razza e la religione non hanno niente a che vedere. Poco importa che sia levita, samaritano, cattolico musulmano o buddista: solo colui che si ferma accede alla qualità di uomo perché raggiunge un altro uomo. Il samaritano che si ferma è più giudeo dei giudei: in effetti è lui che ha udito la parola della legge giudea sull’amore del prossimo. La questione del dottore della legge “Chi è dunque il mio prossimo” dimostra che si appressa a fare delle discriminazioni a etichettare di “prossimo” o “non prossimo”. Non si comporta come figlio di Dio “Che fa cadere la piggia sui giusti e su gli ingiusti”, che “ha voluto riconciliare tutti in Lui e attraverso di Lui(Cristo) sulla terra e nei cieli, facendo la pace con il sangue della sua Croce”(2 lettura).
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XV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
- Colore liturgico: verde
- Dt 30, 10-14; Sal 18; Col 1, 15-20; Lc 10, 25-37
Lc 10, 25-37
Dal Vangelo secondo Luca
[ads2]In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 10 – 16 Luglio 2016
- Tempo Ordinario XV, Colore verde
- Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net