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Il testo ed il commento al Vangelo del 19 giugno 2016 – Lc 9, 18-24
XII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II
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Colore liturgico: verde
Le letture del giorno: Zc 12, 10-11; Sal 62; Gal 3, 26-29; Lc 9, 18-24
Quarta settimana del Salterio
Ha sete di te, Signore, l’anima mia
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Lc 9, 18-24
Dal Vangelo secondo Luca
Un giorno Gesรน si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: ยซLe folle, chi dicono che io sia?ยป. Essi risposero: ยซGiovanni il Battista; altri dicono Elรฌa; altri uno degli antichi profeti che รจ risortoยป.
Allora domandรฒ loro: ยซMa voi, chi dite che io sia?ยป. Pietro rispose: ยซIl Cristo di Dioยป.
Egli ordinรฒ loro severamente di non riferirlo ad alcuno. ยซIl Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giornoยป.
Poi, a tutti, diceva: ยซSe qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderร , ma chi perderร la propria vita per causa mia, la salverร ยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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Commenti al Vangelo di Lc 9, 18-24
Commento a cura dei Monaci Benedettini
[ads2]ย Chi sono io secondo la gente?
E’ un domanda di estrema attualitร che ognuno di noi potrebbe e dovrebbe porsi. La risposta dipende non tanto dalla nostra intelligenza o dalle nostre cognizioni teologiche, ma dalla fede che ci ร nima e dalla grazia che ci illumina. Identificare Cristo significa infatti conoscerlo nel senso biblico, amarlo cioรจ ed imitarlo. Soltanto chi vive in intima comunione con Lui รจ in grado di conoscerlo davvero e l’intimitร della comunione nasce da una intensa vita sacramentale.
Noi come credenti e fedeli vediamo in Cristo il Figlio di Dio, incarnato nel seno della Vergine Maria, umiliato nella nostra natura umana, condannato e crocifisso per i nostri peccati e poi gloriosamente risorto. Egli ci ha dato un comandamento nuovo: ha proclamato, vissuto l’amore fino allo stremo, fino alla morte e tutto ciรฒ per riscattarci del peccato e riconciliarci con il Padre celeste. Pietro, quando sente che Gesรน non รจ tanto interessato alle voci e alle chiacchiere della gente, ma piuttosto a cosa pensano i ยซsuoiยป di Lui, a nome di tutti proclama la grande essenziale veritร : ยซIl Cristo di Dioยป. Viene sรนbito da pensare ai fiumi di parole che noi spendiamo per cercare le migliori definizioni sulle veritร di Dio e all’essenzialitร della risposta di Pietro.
Proprio perchรฉ si tratta di misteri dobbiamo cercare di cogliere il significato ultimo delle nostre povere parole attingendole dalla rivelazione e non dalla fioca ragione umana. Comprendiamo poi il perchรฉ del silenzio che Gesรน impone: ยซIl Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giornoยป. Infatti sarebbe risultato inconciliabile ed incomprensibile che il Cristo di Dio dovesse essere messo a morte. Solo alla luce della risurrezione รจ possibile comprendere l’infinito valore della sua morte. L’ammonizione che segue: ยซSe qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vorrร salvare la propria vita, la perderร , ma chi perderร la propria vita per me, la salverร ยป, รจ la conferma della sua e nostra passione. ร anche l’impegno di una sequela, di una imitazione che non ci risparmia dal sacrificio e dalla croce. Arriva a dirci che l’inutile affanno per ยซguadagnareยป la nostra vita รจ una condanna alla perdita finale e l’offerta invece dei nostri personali sacrifici, la perdita apparente della vita รจ certezza di una vittoria finale. ร proprio per questo che i migliori conoscitori di Cristo sono stati e sono ancora i santi e i sofferenti. La simbiosi genera amore vero e conoscenza certa.