Commento al Vangelo del 15 maggio 2016 – Antonio Riboldi – Vescovo

Omelia del giorno 15 maggio 2016
Pentecoste – grande ora della Chiesa

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Grande ora della Chiesa’, così definisce Paolo VI la Solennità della Pentecoste.

Per la sua natura spirituale, che viene direttamente da Dio, l’uomo non può stare solo. Ha profondamente bisogno di essere amato e di amare. Senza amore si sente paralizzato … menomato.

Gli Apostoli, che conoscevano molto bene le debolezze e paure della natura umana, e ne avevano dato prova piena il giorno della passione di Gesù, il giorno di Pentecoste è come fossero rinati, riscoprendo e ritrovando in se stessi, per azione dello Spirito, la stessa energia di Dio, così da potersi esprimere ormai senza più paure, dando vita alla comunità cristiana.

Basta leggere gli Atti per toccare con mano il grande cambiamento interiore avvenuto in loro. Non era più il tempo di nascondersi, di temere, ma di testimoniare alla luce del sole: ‘cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito Santo dava loro di potere esprimersi’ (At. 2, 1-11)

Lo Spirito Santo ormai li aveva trasformati, fino al punto da non temere più opposizioni, ma addirittura gioire, ogni volta venivano perseguitati, messi in carcere, flagellati, tornando sempre sulla piazza e nel tempio a ‘lodare Dio’ e continuare l’opera di evangelizzazione, che era stata loro affidata dal Maestro, la stessa a cui siamo chiamati tutti noi cristiani, oggi, sia pure in modi diversi.

C’è un giorno nella nostra vita in cui anche per noi accade l’Evento della Pentecoste, ossia il giorno in cui riceviamo il grande sacramento della Cresima: lo Spirito Santo diviene l’anima del nostro coraggio nel vivere e diffondere il Vangelo. Ma è così?

La mia vocazione alla vita religiosa è nata proprio il giorno della mia Cresima, quando il Cardinal Schuster mi ‘lesse negli occhi’ (ero chierichetto) forse il segno di una particolare vocazione.

La forza dello Spirito mi aiutò a dire ‘sì’ e così ho potuto conoscere una discesa ancora più potente dello Spirito Santo, il giorno in cui ricevetti il sacramento dell’Ordine, quando il mio Vescovo stese le mani sopra di me, invocando lo Spirito Santo. Ma fui come sconvolto quando, circondato da circa 30 vescovi, in piazza a Santa Ninfa, rispondendo alla chiamata di Paolo VI, che mi aveva voluto vescovo, sentii le mani del Cardinal Pappalardo stese sul mio capo, e poi fui unto dall’olio crismatico. Compresi che qualcosa di nuovo, tutto interiore, sorprendente, avveniva in me, come vescovo, pastore delle anime, affidatemi dal Maestro.

A distanza di anni, ogni volta do uno sguardo al mio servizio di parroco nel Belice e ancora di più agli anni da vescovo nella non facile diocesi in cui vivo, mi è chiara ‘la presenza dello Spirito Santo’ al punto da chiedermi: chi ha agito? Chi ha dato energia e discernimento?

La risposta è sempre la stessa: lo Spirito ha operato ed io sono stato uno strumento.

Anche se in modi diversi, ogni cristiano, se solo resta docile alla Sua azione, può essere illuminato, fortificato e guidato dallo Spirito Santo, Spirito Consolatore, che Gesù ci ha lasciato, perché non ci sentissimo mai soli nel testimoniarlo. A volte Lo si costringe a restare ininfluente, per impreparazione, – poiché lo Spirito opera sempre attraverso la nostra libera volontà – a volte rende davvero la nostra azione profetica.

Penso ai grandi Pontefici che ci hanno accompagnato nel secolo scorso.

Chi non ricorda Giovanni XXIII? Non è forse stata ispirazione dello Spirito l’aver indetto il Concilio Vaticano II, da parte di questo Papa buono, considerato da molti, all’inizio, ‘solo un Papa di transizione’? La sua stessa presenza sorridente e affabile, come se nulla fosse impossibile, non ha forse suscitato meraviglia, infuso ottimismo e coraggio?

E che dire di Paolo VI, vero apostolo delle genti, che soffrendo seppe guidare il Concilio e la Chiesa in tempi tanto difficili? E del coraggio di Giovanni Paolo II, che fino alla fine ha testimoniato ‘il vento gagliardo’ dello Spirito? Ed oggi ci è stato dato Papa Francesco, davvero uomo del discernimento, che si lascia guidare dal ‘vento’ dello Spirito.

Così come possiamo ricordare tanti che hanno lasciato la loro impronta di uomini e donne dello Spirito, cristiani che abbiamo ammirato per la loro profonda spiritualità e zelo apostolico.

Ma il pensiero corre anche ai tanti martiri, non temono di andare incontro alla morte, a volte dopo tanti tormenti…anche oggi, in tante parti del mondo.

E viene da chiedersi: ‘Ma chi dà la forza del martirio?’. Vi è una sola risposta: lo Spirito Santo.

Sono davvero tanti i testimoni, oggi, dell’opera dello Spirito Santo. Anche tra la nostra gente:

giovani, uomini e donne, che sono stupendi testimoni che lo Spirito opera in modo incredibile e non ha certamente paura delle tante mode o contrasti del mondo.

Qualcuno ha detto che è difficile essere cristiani coerenti, ossia testimoni veri dello Spirito, oggi.

Credo invece che siano ancora tanti e ovunque ed in ogni categoria.

Come a dare ragione a quanto, scrisse S. Paolo ai Corinzi: “Fratelli, nessuno può dire ‘Gesù è il Signore’ se non sotto l’azione dello Spirito Santo … E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune.”. (Cor. 12, 12)

Davvero grande il Dono dello Spirito Santo. Sapere che Lui è forza e luce dona coraggio nelle vicende della vita. Per questo la Pentecoste è la ‘grande ora’ della Chiesa, che deve mostrare il suo vero volto, il Volto Misericordioso del suo Signore e Maestro, che ci ha invitati a diventare ‘misericordiosi come il Padre’. Tocca ora a noi lasciarci invadere dallo Spirito Santo. Papa Francesco in un’omelia a Santa Marta ci ha ricordato che il Padre “darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono … Questo è il di più di Dio … il vero dono del Padre è quello che la preghiera non osa sperare. ‘Io chiedo questa grazia; chiedo questo, busso e prego tanto … Soltanto spero che mi dia questo’. E Lui che è Padre, mi dà quello e di più: il Dono, lo Spirito Santo”.

Chiediamo insieme, di cuore, questo Dono incomparabile, che ci è più necessario della stessa vita.

Antonio Riboldi – Vescovo
www.vescovoriboldi.it

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Pentecoste

Gv 14, 15-16. 23-26
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 15 – 21 Maggio 2016
  • Tempo Pasquale VI, Colore rosso
  • Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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