L’ecumenismo non è una questione di una settimana l’anno, ma uno sforzo costante di preghiera e un compito che riguarda tutti.
Questo
cammino verso la piena comunione tra i fedeli in Cristo ha avuto inizio
un secolo fa con la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani,
che si celebra ogni anno dal 18 al 25 gennaio.
James Puglisi,
direttore del Centro Pro Unione, una istituzione ecumenica di grande
prestigio con sede a Roma, commenta così il ruolo della preghiera
nell’ecumenismo:
“Noi Frati dell’Atonement abbiamo promosso
per più di cento anni questa iniziativa, ovviamente non solo per una
settimana ma ogni giorno dell’anno. Crediamo infatti che la preghiera
per l’unità sia realmente necessaria come Gesù ci ha chiesto”.
Durante l’anno liturgico esistono diverse feste che i cristiani di differenti confessioni possono celebrare insieme.
Secondo
il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la
Promozione dell’Unità dei Cristiani, l’ecumenismo non è un compito
solamente delle istituzioni, da realizzare cioé attraverso dialoghi
formali, ma di tutti i fedeli:
“Si deve pensare a ciò che
un normale cristiano può fare ogni giorno, può pregare, può incontrare
membri delle altre comunità, fare amicizia con loro, deve un pò anche
impegnarsi per conoscerli, conoscere prima la propria fede e dopo la
fede degli altri”.