Film per il Giubileo della Misericordia – La prima neve

1645

ACCOGLIERE Lโ€™ALTRO รˆ ACCOGLIERE DIO

Alloggiare i pellegrini: La prima neve (2013) di Andrea Segre

Dare accoglienza ai nostri fratelli

Film per il Giubileo della misericordia - La prima neveยซCari fratelli e sorelle migranti e rifugiati! Alla radice del Vangelo della misericordia lโ€™incontro e lโ€™accoglienza dellโ€™altro si intrecciano con lโ€™incontro e lโ€™accoglienza di Dio: accogliere lโ€™altro รจ accogliere Dio in persona! Non lasciatevi rubare la speranza e la gioia di vivere che scaturiscono dallโ€™esperienza della misericordia di Dio, che si manifesta nelle persone che incontrate lungo i vostri sentieri! Vi affido alla Vergine Maria, Madre dei migranti e dei rifugiati, e a san Giuseppe, che hanno vissuto lโ€™amarezza dellโ€™emigrazione in Egittoยป. รˆ il messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2016, un invito a non lasciarsi privare della gioia di vivere, di unโ€™esistenza migliore lontana da guerre e violenza. Tra le numerose proposte cinematografiche sul tema dei migranti, dellโ€™accoglienza dellโ€™altro, La prima neve (2013) di Andrea Segre รจ il film scelto per lโ€™Anno Santo della misericordia, richiamando lโ€™opera di misericordia corporale โ€œAlloggiare i pellegriniโ€.

La prima neve รจ dunque la quarta proposta del ciclo Cinema e Giubileo dalla Commissione Nazionale Valutazione Film della CEI – Fondazione Ente dello Spettacolo, in accordo con lโ€™Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI.ย 

Un incontro che salva

[ads2]Il regista Andrea Segre, sempre attento alle tematiche sociali e dellโ€™integrazione (Io sono Lรฌ, 2011) con La prima neve (2013), in concorso nella sezione Orizzonti alla 70. Mostra Internazionale dโ€™Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (2013), offre una suggestiva e poetica istantanea su un incontro tra due solitudini in cerca di speranza e riscatto.ย 

Ambientato nella valle dei Mocheni, in Trentino, nel piccolo paese di Pergine, il film racconta la storia del migrante africano Dani (Jean-Christophe Folly), originario del Togo e fuggito dai territori di guerra in Libia, su uno dei tanti barconi della speranza. Dani perde la moglie e rimane solo con la figlia neonata. Nella valle trentina il giovane africano fa amicizia con il bambino Michele (Matteo Marchel), inquieto e sofferente per la perdita del padre. รˆ un incontro tra due esistenze alla deriva che insieme trovano la forza di affrontare le ferite del proprio passato per tornare a guardare lโ€™orizzonte con fiducia. ย 

Il film di Andrea Segre affronta il dramma delle migrazioni, declinandolo a misura di bambino. Il regista infatti tramite il personaggio di Michele, di dieci anni, permette allo spettatore di accedere alla sofferta esperienza del migrante Dani. Il tutto viene giocato con un linguaggio semplice, con espressioni innocenti e domande senza filtri, tipiche dei bambini.

(Sequenza in cui Dani e Michele a passeggio nei boschi)
Michele: Dani, ma รจ vero che sei arrivato in barca?
Dani:ย Sรฌโ€ฆ
Michele: E comโ€™era?
Dani:ย Grigia, di plastica.
Michele: Un gommone allora. E il motore quanti cavalli aveva?
Dani:ย Non lo so. Grande cosรฌ (facendo un gesto con le mani)
Michele: Sarร  stato almeno di 250 cavalli.
Dani:ย Ma poi si รจ rotto.
Michele: E come avete fatto?
Dani:ย Abbiamo aspettatoโ€ฆ
Michele: Aspettato? (Incredulo) Comโ€™era il mare?
Dani:ย Neroโ€ฆ Faceva paura. Non รจ stato un bel viaggio Micheleโ€ฆ

Il regista delinea dunque due figure, entrambe alla deriva: da un lato Dani, con il suo bagaglio di sofferenze, tra umiliazione e respingimenti, e dallโ€™altro Michele, un bambino arrabbiato con la vita perchรฉ gli ha portato via il padre, un bambino desideroso perรฒ di affetto e di tenerezza. Entrambi compiono un cammino di esplorazione delle loro ferite, anche di riscatto, di guarigione. Questo inedito legame di amicizia li poterร  a liberarsi di scomodi fardelli, per ritrovare โ€“ soprattutto Michele โ€“ un orizzonte di fiducia nel domani.

Il film permette con delicatezza e poesia di affrontare pertanto il tema della misericordia, nello specifico la misericordia corporale โ€œAlloggiare i pellegriniโ€: รจ lโ€™accoglienza infatti che la famiglia di Michele riserva a Dani, ma รจ principalmente il legame di tenerezza e accoglienza tra i due protagonisti. Insieme si accolgono, si sostengono, curano le reciproche ferite. Quando lโ€™incontro con lโ€™altro schiude la salvezza.ย 

Per approfondire con la Cnvf e Cinematografo.it

Commissione Nazionale Valutazione Film CEI: ยซAndrea Segre fa parte di quel gruppo di registi italiani (ormai numeroso) che si sono fatti le ossa nel documentario, o forse in quella parte di cinema chiamato documentario. Nel 2011 esordisce nel LM di finzione con Io sono Li (โ€ฆ). Quello dellโ€™incontro/scontro tra culture nellโ€™Italia di oggi รจ un tema molto caro a Segre, che lo osserva come argomento moderno, col quale bisogna fare i conti e gestire, cercando di recuperare la ricchezza che entrambe le parti possono mettere in campo. Durezza, difficoltร , spigolositร  di Dani sono osservate con lo stesso, profondo, doloroso sguardo che accompagna la descrizione della piccola comunitร  montana nella quale lโ€™ereditร  del passato comincia ad erodersi di fronte alle lusinghe del presente. Una radiografia acuta e pertinente, una bella occasione per riflettere su situazioni, emozioni sentimenti che ormai sono nella nostra pelle quotidiana. Dal punto di vista pastorale, il film รจ da valutare come consigliabile, problematico e da destinare a dibattitiยป (www.cnvf.it).

Rivista del Cinematografo – Cinematografo.it: ยซLa prima neve รจ un lento processo di guarigione che si rivela in flagranza, nel movimento silenzioso delle cose, nelle cose, il respiro di unโ€™anima che sembra abitare natura e persone. Ne fanno esperienza i due protagonisti del film, un ragazzo africano del Togo (Jean Christophe Folly), ospite di un centro di accoglienza, e un undicenne (Matteo Marchel) che vive in montagna con la madre. Il primo ha perso la moglie, il secondo il padre. Inevitabile sโ€™incontrino. Non รจ lโ€™effetto sorpresa la forza del film. Piuttosto sono le pennellate psicologiche, il tatto e il pudore. (…) La natura stessa, con la quale i protagonisti del film vivono in simbiosi, offre un modello di solidarietร  e di etica. Uomini come alberi, preziosi pure quando vengono strappati alle loro radici. Allora diventano legna, arnie, vasi e case. Tutto si tiene dentro lโ€™ordine del mondo. Non cโ€™รจ inverno che duri senza annunciare la nuova stagione. La prima neve รจ una promessa di primaveraยป (Gianluca Arnone).