Per la prima volta papa Francesco parla di arte. E lo fa con questo libro, in cui espone con la consueta forza e chiarezza la sua idea sull’arte, i musei e il loro rapporto con la nostra società:
“L’arte, oltre a essere un testimone credibile della bellezza del creato, è anche uno strumento di evangelizzazione. Guardiamo la Cappella Sistina: cosa ha fatto Michelangelo? Un lavoro di evangelizzazione.“
“I musei devono accogliere le nuove forme d’arte. Devono spalancar le porte alle persone di tutto il mondo. Essere uno strumento di dialogo tra le culture e le religioni, uno strumento di pace. Essere vivi! Non polverose raccolte del passato solo per gli ‘eletti’ e i ‘sapienti’, ma una realtà vitale che sappia custodire quel passato per raccontarlo agli uomini di oggi, a cominciare dai più umili.“
“Questo è il ruolo del poeta, dell’artista: contrastare la cultura dello scarto ed evangelizzare” sostiene papa Francesco in queste pagine, prendendo come esempio l’artista argentino contemporaneo Alejandro Marmo che lavora con materiali di scarto e persone emarginate: “Questa società ha preso l’abitudine, dopo l’usa e getta delle cose, di usare e scartare anche le persone, così come butta via le loro illusioni e i loro sogni… Niente è perduto, niente è scartato, tutto ha un senso all’interno della magnifica opera di Dio. La misericordia di Dio non scarta.“
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In questo libro, nato dalla collaborazione tra Mondadori e Musei Vaticani e disponibile esclusivamente in italiano, Papa Francesco per la prima volta parla della sua idea di arte.
L’arte è raccontata in primis come potente strumento di evangelizzazione, un ponte tra verità e bellezza, nel quale l’artista diventa testimone e tramite espressivo dell’invisibile.
Il Papa parla anche dell’importanza dei Musei, intesi come luoghi di comunicazione interculturale, che custodiscono la memoria del passato per trasmetterla alle generazioni future.
Ad illustrare il pensiero del Pontefice vengono scelte 11 opere tra sculture, dipinti e monumenti – illustrate da fotografie a colori –, considerate esempi di arte capaci di portare a tutti il messaggio evangelico. Tra queste, il Torso del Belvedere, il Buon Pastore, l’Obelisco di San Pietro, nonché la Volta della Sala di Costantino e la Deposizione di Cristo del Caravaggio, fino agli affreschi michelangioleschi nella Cappella Sistina.
Vengono ripercorse le vicende storico-artistiche delle opere analizzate, con particolare attenzione verso l’iconografia e la simbologia di ciascuna, senza tralasciare aneddoti curiosi e spesso inediti.
“Non dobbiamo avere paura di trovare e utilizzare nuovi simboli, nuove forme di arte, nuovi linguaggi, anche quelli che sembrano poco interessanti a chi evangelizza o ai curatori ma che sono invece importanti per le persone, perché sanno parlare alle persone.”
[ads2]Per la prima volta Papa Francesco parla di arte. E lo fa con un nuovo libro, La mia idea di arte, in cui espone con la consueta forza e chiarezza la sua idea sull’arte, i musei e il loro rapporto con la nostra società: “L’arte, oltre a essere un testimone credibile della bellezza del creato, è anche uno strumento di evangelizzazione. Guardiamo la Cappella Sistina: cosa ha fatto Michelangelo? Un lavoro di evangelizzazione”. “I musei devono accogliere le nuove forme d’arte. Devono spalancare le porte alle persone di tutto il mondo. Essere uno strumento di dialogo tra le culture e le religioni, uno strumento di pace. Essere vivi! Non polverose raccolte del passato solo per gli ‘eletti’ e i ‘sapienti’, ma una realtà vitale che sappia custodire quel passato per raccontarlo agli uomini di oggi, a cominciare dai più umili”. “Questo è il ruolo del poeta, dell’artista: contrastare la cultura dello scarto ed evangelizzare”.
Per illustrare ancora meglio questa sua concezione dell’arte, Papa Francesco indica alcune opere, una sorta di galleria ideale che va dal Torso del Belvedere all’Obelisco di San Pietro, dalla Volta della sala di Costantino di Raffaello alla Deposizione del Caravaggio, dalla Cappella Sistina alla Renault 4 dello stesso Bergoglio.
AUTORE
Tiziana Lupi (Roma, 7 luglio 1966), laureata in Psicologia, è giornalista e autrice di documentari a carattere storico e religioso. Ha lavorato per diversi programmi Rai e ha scritto alcune puntate della serie tv “Don Matteo”.
È autrice (insieme a Lucia Macale) del libro Il comitato sai che fa? Metamorfosi dell’autore televisivo.
Attualmente collabora con il quotidiano “Avvenire” e con i settimanali “Tv Sorrisi e Canzon”, “Il mio Papa” e “Telepiù”.