Questa è una rielaborazione audio/video sulle letture della Messa di: Giovedì 9 aprile 2009 – GIOVEDI’ SANTO (Anno B) a cura di Antonio Di Lieto. Il titolo della Messa, che unifica tutte le letture, secondo l’autore è: Il giovedì dell’unità !
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PRIMA LETTURA (dal libro dell’Esodo 12,1-8.11-14)
In quei giorni Dio disse ad Aronne e Mosè: “Ora siete schiavi degli Egiziani, ma vi garantisco che sta per arrivare la vostra Pasqua: la vostra liberazione. Fate come vi dico: segnate le porte delle vostre case con il sangue di un agnello, simbolo di UMILTA’. Poi mangiate una cena molto UMILE, consumando l’agnello con erbe amare e pane azzimo. Mangiatelo in fretta, senza dare al pane il tempo di lievitarsi, perché quella sarà la vostra ultima cena prima della vostra Pasqua: della vostra liberazione! Quella stessa notte infatti, i vostri persecutori moriranno: invece le case segnate con il sangue dell’agnello, il sangue dell’UMILTA’, saranno risparmiate. Ogni anno, la sera di GIOVEDI’, consumerete questa cena di Pasqua: sarà per voi come un rituale, per ricordarvi di quando il Signore vi ha liberato!”.
SALMO RESPONSORIALE (Salmo 115,12-13.15-18)
Mio Signore, come posso ricambiare ciò che hai fatto per me? Alzerò il calice della tua salvezza: e brinderò invocando il tuo nome. Perchè so che la morte dei tuoi fedeli, non ti lascia indifferente. Mio Dio, io sono tuo servo e figlio di una tua serva: ti ringrazio, perché hai spezzato le mie catene. Non posso fare altro che lodarti e ringraziarti sempre: con UMILTA’ !
SECONDA LETTURA (dalla prima lettera di Paolo ai cristiani di corìnto 11,23-26)
Carissimi fratelli, vi riporto quello che anche a me è stato riferito: mentre Gesù consumava la cena del GIOVEDI’ di Pasqua con i suoi discepoli, proprio mentre stava per essere tradito, prese il pane azzimo che stava sulla tavola, lo spezzò e disse: “Questo è il mio corpo, che si lascerà spezzare per voi: con UMILTA’. Quando non ci sarò più, mangiatelo in memoria di me!”. Lasciando intendere che mangiando quel pane, Lui li avrebbe abbracciati di nuovo: con il Suo Corpo. Allo stesso modo poi, dopo aver cenato, prese il calice del vino, e disse: “Questo è il mio sangue: con cui firmerò il mio patto d’amore con l’umanità! Quando non ci sarò più, bevetelo: e la mia alleanza con voi si rinnoverà!”.
VANGELO (Giovanni 13,1-15)
Prima della festa di Pasqua, Gesù si rese conto che ormai era vicina l’ora del suo ritorno al Padre: allora volle compiere verso i suoi, un gesto di straordinaria UMILTA’. Mentre consumavano la cena del GIOVEDI’ prima di Pasqua, si alzò da tavola e proprio Lui che era stato mandato da Dio ed aveva tutto l’Universo nelle Sue mani, si mise ai fianchi un asciugamano: proprio come un UMILE servo.
Poi versò dell’acqua in un recipiente, e come a quei tempi facevano i servitori quando entrava in casa una persona importante, si mise a lavare i piedi di tutti i suoi discepoli. E con l’asciugamano che aveva ai fianchi, ad uno ad uno pure glieli asciugava.
Quando fu il turno di Pietro, questi si rifiutò dicendo: “No Signore, semmai sarei io che dovrei lavare i piedi a te!”. Ma Gesù insisteva: “Lasciami fare: dopo capirai quello che sto facendo!”. Ma Pietro ancora: “No Signore, non mi farò mai lavare i piedi da te!”. E Gesù: “Va bene, se non ti lasci lavare i piedi, non voglio più avere niente a che fare con te!”. Allora Pietro alzando le mani esclamò: “Non sia mai Signore: lavami i piedi, la testa, le mani, tutto quello che vuoi!”.
Alla fine poi Gesù disse: “Bene, ora che io vi ho lavato siete puri: anche se non tutti (si riferiva a Giuda)”. Poi si tolse l’asciugamano, e sedutosi di nuovo a tavola, concluse: “Sapete perché vi ho fatto questo? Perché voi mi chiamate Maestro e Signore: e dite bene, perché lo sono. Ora se io che sono il Signore dell’universo mi sono fatto vostro servo, anche voi dovete prendere esempio da me: ed imparare a servirvi gli uni gli altri. Con grande UMILTA’!”.
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Note: L’autore precisa che, anche se la lettura di queste bellenotizie aiuta a comprendere la prima parte della Messa (Liturgia della Parola), non potrà mai sostituire la seconda parte (Liturgia eucaristica), in cui ci viene data la possibilità di “abbracciare” veramente il Corpo di Cristo.