CEI Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
TILC Cambia ancora, Signore, le nostre sorti
come risvegli i torrenti nel deserto.
[ads2]Ebrei 5,5-6 Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo: «Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek».
Marco 10,46-48 Mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Benedetto XVI: Questo salmo acquistava particolare significato quando veniva cantato nei giorni in cui Israele si sentiva minacciato e impaurito, perché sottomesso di nuovo alla prova. (…) Esso diventava, così, una preghiera del popolo di Dio nel suo itinerario storico, irto di pericoli e di prove, ma sempre aperto alla fiducia in Dio, Salvatore e Liberatore, sostegno dei deboli e degli oppressi.
Nota: L’immagine dei torrenti del Negheb richiama un cambiamento repentino e impensato: i torrenti del deserto del sud, di solito asciutti, a seguito di una pioggia si riempiono improvvisamente d’acqua abbondante. Ciò che fino a un momento prima era arido, si riempie di vita.
Gridiamo a Gesù, costituito dal Padre sacerdote supremo, perché ci restituisca alla vita e alla luce.
don Marco Pratesi
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