don Ezechiele Pasotti commenta il Vangelo del 18 ottobre 2015

don Ezechiele Pasotti commenta il Vangelo del 19 aprile 2015

Nella 29.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Giacomo e Giovanni chiedono a Gesù di sedere nel regno dei cieli uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra. Di fronte all’indignazione degli altri apostoli, il Signore risponde: 

“Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”

Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:

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[ads2] La Chiesa celebra questa domenica la sua 89.ma Giornata Missionaria, invitando tutti i cristiani alla preghiera e al coinvolgimento fattivo nell’evangelizzazione, frutto maturo del Battesimo. Il Vangelo ci rivela qualche cosa di Dio e di Gesù Cristo molto importante. Questo è ciò che la Parola di Dio fa primariamente: mostrarci qualche cosa del volto di Dio, parlarci di Dio, e non venirci a dire cosa fare o non fare, questo viene soltanto dopo. Giacomo e Giovanni – e non si sa bene a quale titolo – si avvicinano a Gesù per chiedere i primi posti accanto a lui, nel suo regno. Gesù rivela loro la logica di Dio, cioè la via della croce, la via del “dono di sé”. Alla gloria di Dio, a Dio, si giunge passando per l’ultimo posto, non per il primo, secondo la logica delle conquiste umane, che sono sempre oppressive: “Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti”. E Gesù, per evitare ogni equivoco, usa la parola “schiavo”, una parola proprio non politically correct, e a quel tempo la parola suonava in tutta la crudezza della verità delle cose, era una parola che faceva paura. Ma questo “farsi ultimo”, “farsi schiavo”, “farsi dono” è tipico dell’amore di Dio verso l’uomo: “Anche il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. L’Eucaristia, a cui oggi partecipiamo, è il dono di Dio all’uomo, ci invita ad accoglierlo per fare anche di noi un dono agli altri, per farci “missione”.

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