Il Vangelo della 26.ma Domenica del tempo ordinario presenta il brano del Vangelo di Marco nel quiale Gesù, parlando con Giovanni, afferma con fermezza di non indulgere a qualsiasi atteggiamento che possa causare scandalo, quando dice tra l’altro:
“Chi non è contro di noi è per noi.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala”.
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
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[ads2]“Non abbiamo il monopolio dello Spirito Santo”, ci dice oggi il Vangelo e ci invita a riconoscere che i demoni si scacciano solo con il “dito di Dio”. Lo Spirito soffia dove e su chi vuole. Poi Gesù ci dà una parola radicale, che tutti dobbiamo prendere sul serio. Nel linguaggio biblico, “essere di scandalo” significa essere di ostacolo, mettere inciampo a qualcuno. E “scandalizzare uno di questi piccoli” significa essergli occasione di peccato. Quando lo scandalo si istituzionalizza, non solo perché è lo stato a proporlo, ma addirittura si usa lo strumento educativo della scuola – e della stessa infanzia – come occasione di “educazione” anche al peccato, come nella ideologia del gender che si sta imponendo nella scuola in tutta Europa ed in Italia, questo scandalo diventa ancora più grave.
E la parola del Signore, di una crudezza inaudita, non lascia di essere vera solo perché lo scandalo è sponsorizzato da lobbies e da organizzazioni internazionali: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare”. Gesù ci dice inequivocabilmente che per chi è causa di caduta, per chi dà scandalo – se non si dà conversione vera – non resta che la Geenna, l’inferno. Il Catechismo lo conferma con chiarezza: “La Chiesa nel suo insegnamento afferma l’esistenza dell’inferno e la sua eternità”, dove la pena principale “consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l’uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira” (CCC 1035).
Fonte: RADIO VATICANA
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