Nella XXII Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù rimprovera i farisei, perché sono attenti ai riti esteriori di purificazione ma trascurano la purezza del cuore:
«Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”».
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
[powerpress]
[ads2] E’ facile oggi, ascoltando la pagina del Vangelo di Marco che parla di “tradizioni antiche”, di leggi del tutto irrilevanti per noi, tirarsi fuori, pensando che questo non ci riguarda. Eppure la tentazione dei Farisei di tradurre tutta la Scrittura in un insieme di leggi – 613 precetti, con le quali concludere il nostro rapporto con Dio – è ben presente anche oggi. Scrive il Padre Cantalamessa: “Il fariseismo non è finito con i farisei, ma insidia anche oggi la vita religiosa degli uomini. Anche oggi c’è il rischio di ridurre la fede a certe pratiche religiose formalistiche e di credersi tanto più pii e a posto con Dio quanto più numerose sono le devozioni che coltiviamo, le candele che accendiamo, i rosari che recitiamo, i pellegrinaggi che facciamo e, dall’altra parte (cioè dalla parte del clero), tanto più sono le strutture e le associazioni che facciamo funzionare, le tradizioni degli antichi che manteniamo in piedi” magari facendo di esse un pretesto per rifiutare i segni dei tempi e opporci all’azione, sempre creatrice e innovatrice, che lo Spirito svolge nella Chiesa. Dio ha poco o nulla a che fare con questa osservanza esteriore di una legge che non converte il cuore. Dio è innamorato del cuore dell’uomo. Ed è proprio perché dal cuore dell’uomo, dove si è insediato il maligno, “escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”, che il Padre ha mandato il Figlio suo a ristabilire il suo Regno di giustizia e d’amore proprio nel cuore dell’uomo. Accogliamo oggi il suo dono.
Fonte: Radio Vaticana
[ads1]