Omelia del giorno 15 agosto 2015
Maria Assunta in Cielo: una mamma che ci attende
Ap 11,19;12,1-6.10; Sal 44; 1Cor 15, 20-26; Lc 1, 39-56.
Ricordo la prima volta che mi staccai da mia madre. Avevo dodici anni e volendo seguire la chiamata del Signore partii per il seminario che doveva ospitarmi.
Quel giorno ci fu in famiglia una grande confusione per i preparativi. Arrivai a destinazione e fui accolto premurosamente dai Padri rosminiani, ma non avevo messo in conto la nostalgia della famiglia, di mamma soprattutto. Appena partì, mi sentii come strappato da lei, letteralmente aggredito dall’incertezza, tanto da essere tentato di rincorrerla.
Quel pomeriggio i Superiori ci condussero fuori per una breve passeggiata. Continuavo a scrutare la strada, ogni persona che passava per vedere se per caso non fosse mia mamma tornata a prendermi. Avevo l’impressione di non poter vivere senza di lei e per mesi, ogni giorno, piansi tanta era la nostalgia.
La mamma è per ognuno di noi una figura di riferimento, vi è con lei un legame che niente può spezzare – a volte nel bene, ma anche nel male, purtroppo! – .
E’ inutile nasconderselo: non tutte le mamme sanno guardare al vero bene dei propri figli.
Mia mamma, molti anni dopo la mia partenza, quando ormai ero un giovane sacerdote, mi confessò quanto avrebbe voluto poter tornare a riprendermi: ‘Solo Dio conosce il sacrificio fatto. A Gesù, che ti aveva chiamato, confidavo la mia pena e ti affidavo alla cura della Mamma Celeste’.
Ancora oggi, in cui tu, mamma, finalmente contempli il nostro Signore Gesù e la Mamma Celeste, ti dico: ‘Grazie, mamma, perché dalla tua generosità e fede profonda è sgorgato il mio vero bene. La Mamma del Cielo davvero si è presa cura di me e continua a starmi al fianco, fino al giorno in cui ci incontreremo tutti, e la famiglia sarà riunita’.
Siamo stati creati per amore, dobbiamo vivere per l’Amore, volando alto, senza fermarci alle cose che non sanno cosa sia l’eternità e la festa di oggi, di Maria Assunta in Cielo, è il richiamo alla vita eterna, alla vera ragione della nostra faticosa esistenza., questa ‘valle di lacrime’.
È pericolosa miopia vivere con gli occhi continuamente attratti da ciò che finisce ed è senza futuro, come la bellezza fisica, la ricchezza, il benessere, il potere, la gloria e quanto vogliamo.
La vera sapienza è vivere con i piedi a terra, ma con gli occhi al Cielo.
Così doveva certamente essere la vita di Maria Santissima, la nostra cara Mamma.
Una vita vissuta nella pienezza della Grazia – l’Immacolata – , ma senza sfuggire ai suoi compiti di sposa, di madre, nella semplicità della vita di Nazareth, seguendo il Figlio nella sua predicazione, con la discrezione di una mamma, ma non esitando a stargli vicino ‘sotto la croce’, con un dolore che le ‘trapassa l’anima’ per le sofferenze del Figlio, per poi gioire della Sua resurrezione, dell’inizio della Chiesa con la Pentecoste, attendendo, come tutti noi, il ritorno al Padre, presso il Figlio – l’Assunta.
Uno ‘stile’ di vita proposto dalla Mamma a tutti noi suoi figli. È meraviglioso sapere che la nostra vita non è un vicolo cieco, ma una strada che, superato il limite della morte, trova la sua eternità in Cielo. Purtroppo oggi siamo spesso come travolti dai tanti ‘ingannevoli paradisi del mondo’, che non hanno futuro, per cui rischiamo di affidarci a loro, perdendoci.
Condividiamo i sentimenti e l’invito del caro e beato Paolo VI: “L’Assunzione ci obbliga con suadente invito a verificare se la via, che ciascuno di noi percorre, è rivolta verso il sommo traguardo e a rettificarla decisamente verso di esso … Maria ci insegni ad operare con bravura e con dedizione, sì, nella cura delle cose di questo mondo, che ci danno il programma dei nostri immediati doveri, ma Maria ci dia insieme la sapienza e la povertà di spirito, che tengano liberi i nostri cuori e agili i nostri animi per la ricerca dei beni eterni.” (15 agosto 1961)
L’uomo che conserva gelosamente la sua natura di figlio di Dio, non può non sentire la responsabilità di una vita vissuta nella fede e nella carità, unita alla speranza e nostalgia di ‘Casa’, quella vera, dove la vita è piena e noi ritroveremo tutti i nostri cari.
Come ci confermano le parole di Papa Francesco, pronunciate alcuni anni fa, proprio il giorno dell’Assunzione:
“Dio ci aspetta, ci attende, non andiamo nel vuoto, siamo aspettati. Dio ci aspetta e troviamo, andando all’altro mondo, la bontà della Madre, troviamo i nostri, troviamo l’Amore eterno. Dio ci aspetta: questa è la nostra grande gioia e la grande speranza che nasce proprio da questa festa. Affidiamoci alla materna intercessione di Maria, affinché ci ottenga dal Signore di rafforzare la nostra fede nella vita eterna; ci aiuti a vivere bene il tempo che Dio ci offre con speranza. Una speranza cristiana, che non è soltanto nostalgia del Cielo, ma vivo e operoso desiderio di Dio qui nel mondo, desiderio di Dio che ci rende pellegrini infaticabili, alimentando in noi il coraggio e la forza della fede, che nello stesso tempo è coraggio e forza dell’amore”.
Buona festa, dunque, affidando ciascuno di voi al Cuore della Mamma, alla Sua cura materna!
Antonio Riboldi – Vescovo
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