Due fratelli: il più grande, David, già vincitore della medagLia d’oro alle Olimpiadi del 1984; il più giovane, Mark, con una carriera avviata nella stessa specialità agonistica. Un giorno Mark riceve un invito a presentarsi nella grande villa di John du Pont, ereditiere di una ricca famiglia, che ha organizzato nella propria tenuta una palestra per formare una squadra di lottatori. L’obiettivo è partecipare alle successive olimpiadi di Seul 1988 e arrivare ancora alla medaglia d’oro. In questo caso l’atleta designato è proprio Mark. Questi accetta subito l’offerta. Quando però il rapporto tra Mark e du Pont si guasta, il padrone di casa chiama proprio David e gli affida la responsabilità degli allenamenti. Al punto che David si trasferisce nella villa insieme alla moglie e ai due figli adolescenti. Alle Olimpiadi Mark inciampa in prestazioni poco convincenti che si traducono nell’esclusione dal podio. Al ritorno in America, una mattina, du Pont arriva vicino alla casa di David, lo vede e gli spara a bruciapelo, uccidendolo. Poco dopo viene arrestato dalla polizia, mentre la moglie Nancy è in lacrime vicino al corpo del marito, affranta e incredula.
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Valutazione Pastorale
I fatti sono autentici e du Pont è morto in carcere nel 2010. Fatti però che resterebbero neutri e solo terribili, se la regia di Bennett Miller non li rivestisse di un’angoscia visionaria e agghiacciante. Specchio vero e quanto mai pertinente di un’America anni Ottanta che viveva sull’orlo di una crisi nervosa permanente. Ritratto spietato di un ricco incapace di gestire vita pubblica e privata (in evidenza é il rapporto solo subìto con l’anziana madre) e di un ragazzone buono e debole, che nessuno ha saputo aiutare a crescere. Emerge anche un atto d’accusa preciso contro l’uso sconsiderato delle armi a titolo personale. Peccato che le tre candidature di ‘peso’ ai recenti Oscar (migliore regia, migliore attore protagonista e non protagonista) non abbiano ottenuto la statuetta. Ma i verdetti dell’Academy seguono spesso logiche difficili da comprendere e poco coraggiose. Resta comunque un film secco, calato nei recessi talvolta imperscrutabili del thriller psicologico e, dal punto di vista pastorale, da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come prodotto in grado di avviare riflessioni su alcuni temi storico/sociali di grande attualità (famiglia, solitudine, ricchezza, perdita di sé e follia delle scelte estreme…). Attenzione è da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi e di uso di dvd e di altri supporti tecnici.
Tematiche
Droga; Famiglia – genitori figli; Metafore del nostro tempo; Politica-Società; Psicologia; Sport; Violenza;
- Genere:Drammatico
- Regia: Bennett Miller
- Interpreti: Steve Carell (John du Pont), Channing Tatum (Mark Shultz), Mark Ruffalo (David Schultz), Vanessa
- Redgrave (Jean du Pont), Sienna Miller (Nancy Schultz), Anthony Michael Hall (Jack), Guy Boyd (Henry Beck), Brett Rice (Fred Cole), Dave “Doc” Bennett (regista di documentari).
- Nazionalità: Stati Uniti
- Distribuzione: BIM Distribuzione
- Anno di uscita: 2015 Origine: Stati Uniti (2014)
- Soggetto e scenegg.: E. Max Frye, Dan Futterman
- Fotografia (Scope/a colori): Greig Fraser
- Musiche: Rob Simonsen, Mychael Danna (per il “Valley Forge Theme”)
- Montagg.: Stuart Levy, Conor O’Neil, Jay Cassidy
- Durata: 134′
- Produzione: Megan Ellison, Bennett Miller, Jon Kilik, Anthony Bregman.
- Giudizio: Complesso/problematico/dibattiti **