“La Parola di Dio“, canale YouTube del prolifico Don Mauro di graficapastorale.it, propone una riflessione sul brano del Vangelo di domenica prossima, III Domenica di Quaresima – Anno B.
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Ascoltando il Vangelo di questa domenica, vien voglia di compiacersi e felicitarsi con Cristo per il gesto che sta facendo. Finalmente, finalmente Gesù ci insegna a fare piazza pulita di tutte le storture e deformazioni che si fanno in nome della fede e della carità . Magari riferendosi a tariffe per servizi religiosi, matrimoni, funerali, celebrazione di Messe, vendita di medaglie, candele e roba varia. “Dio non ha nulla a che vedere con i soldi”, ha detto Papa Francesco un paio di mesi fa denunciando la deriva affaristica della Chiesa.
Ma se ci fermassimo solo a questo avremmo una visione riduttiva e strumentale del gesto di Gesù. C’è anche e soprattutto il mercanteggiare e il negoziare con il Signore. E questo riguarda tutti e ognuno di noi. Venire al Tempio per sentirsi a posto in coscienza, ascoltare la Messa perchè c’è un preciso comandamento, credere di sistemare le nostre cose poco buone con la santa Comunione, questo, questo non è altro che mercanteggiare con Dio. Siamo mercanti del tempio se, usciti di Chiesa, continuiamo a calunniare, sfruttare, derubare il nostro fratello. Siamo mercanti del tempio se, usciti di Chiesa, calpestiamo la giustizia, ricerchiamo guadagni, titoli, privilegi con inganno e imbrogli. E siamo ancora mercanti del tempio se, usciti di Chiesa, non siamo capaci di imboccare la strada della pulizia interiore, di onestà , di giustizia, di attenzione al prossimo, di rispetto agli altri. Se non è così, vuol dire che si è frequentata la Chiesa sbagliata, o meglio, non si è neppure entrati in Chiesa. E allora, “la Messa è cominciata, andate in pace”, dovremmo dire alla fine di questa celebrazione eucaristica.[ads1]
Gv 2, 13-25
Dal Vangelo secondo Giovanni
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà ».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.