La liturgia ci offre nella II domenica del tempo per annum, uno dei salmi piรน citati nel Nuovo Testamento.
La lettera agli Ebrei, infatti riprende un ampio stralcio del salmo 39 e ne offre una interpretazione molto suggestiva che ci aiuta a riconoscere in Gesรน Cristo il vero orante che rivolge al Padre questa preghiera.
Non abbiamo piรน il sostegno dellโUfficio liturgico nazionale, che immagino ritroveremo in quaresima per cui vi accontenterete della mia lettura.
Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontร .
Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si รจ chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.
Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto nรฉ sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: ยซEcco, io vengoยป.
Il salmo 39 si apre come un salmo di lode e di ringraziamento e termina con una supplica accorata in mezzo alle difficoltร .
Questo contrasto apparente รจ molto significativo, perchรฉ ci invita nella nostra preghiera a non partire dai nostri problemi e dai nostri guai. Dio conosce bene le difficoltร e le angustie della nostra esistenza.
Il salmista preferisce avere lo sguardo rivolto prima di tutto a Dio, riconoscendo di avere sperimentato la sua misericordia: Dio si รจ chinato su di me, ha dato ascolto al mio grido.
Dobbiamo immaginare che questo salmo veniva pregato nel tempio di Gerusalemme, nel luogo nel quale venivano ogni giorno immolate molte vittime sacrificali.
Poteva capitare con certa facilitร , che perfino tra gli addetti al culto si poteva insinuare una certa routine, si poteva cadere nellโabitudine e cosรฌ nonostante la fedeltร ai rituali prescritti dalla legge mosaica, il cuore rischiava di rimanere indifferente alla volontร di Dio.
Ecco perchรฉ dice che non sono in se stessi il sacrificio e lโofferta ad essere graditi a Dio, ma lโobbedienza e la docilitร del cuore.
Qui troviamo un caso interessantissimo, nel confronto con il nuovo testamento.
Il testo originario รจ in ebraico, ma lโautore della lettera agli ebrei scrive in greco e cita il salmo nella antica traduzione greca, chiamata dei settanta.
In ebraico qui cโรจ una frase di difficile traduzione: โSacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai forato, o mi hai apertoโ.
Il traduttore greco, di fronte a questa frase piuttosto difficile, ha dato una interpretazione diversa: โSacrificio e offerta non gradisci, un corpo invece mi hai preparatoโ.
Nel primo caso si possono dare queste interpretazioni: โmi hai forato lโorecchioโ. Anticamente agli schiavi veniva forato un orecchio come segno della loro condizione.
Questa lettura potrebbe significare che Dio non vuole da noi cose o animali, ma vuole noi stessi come offerta a lui gradita e come sua proprietร .
Oppure, โmi hai aperto lโorecchioโ. Cioรจ mi hai dato la possibilitร di ascoltare la tua parola. Quindi il vero sacrificio gradito a Dio รจ lโobbedienza alla sua parola.
Ma lโinterpretazione greca, che confluisce nel Nuovo Testamento รจ molto suggestiva e apre subito la prospettiva al mistero della Incarnazione e della Pasqua del Figlio di Dio: โSacrificio e offerta non gradisci, un corpo invece mi hai preparatoโ.
ร la voce di Cristo che riconosce come la vera obbedienza a Dio รจ lโofferta della propria vita e Gesรน loda Dio per avergli dato un corpo umano, un corpo attraverso il quale fare la sua volontร in questo mondo, un corpo, una vita dunque offerta a Dio nella sua concretezza.
Questo รจ dunque il salmo dellโEccomi, il salmo del Sรฌ.
ร lโeccomi che Cristo dice โentrando nel mondoโ con il suo vero corpo umano, come afferma la lettera agli ebrei.
ร lโeccomi di Maria che offre se stessa, la sua vita, la sua verginitร al compiersi della volontร di Dio.
ร lโeccomi di una nuova umanitร , della Chiesa, di ciascuno di noi, che riceve in dono da Dio la grazia di poter fare la sua volontร e di dargli lode, non con azioni formali di culto, ma con la concretezza della nostra vita.
La collocazione di questo salmo dentro alla liturgia di questa domenica รจ suggestiva: viene subito dopo il racconto della chiamata di Samuele, al quale il sacerdote Eli insegna a rispondere โeccomi alla chiamata di Dioโ.
E subito dopo San Paolo ricorderร che il corpo รจ tempio della Spirito Santo: non cโรจ separazione tra materia e spirito, perchรฉ la concretezza della nostra vita รจ il luogo in cui si manifesta la potenza e la purezza di Dio. โGlorificate dunque Dio con il vostro corpoโ. (don Andrea Caniato).