Papa Francesco – Omelia del 9 gennaio 2015 a casa Santa Marta

889

MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA
DOMUS SANCTAE MARTHAE

L’amore per il Signore ci rende liberi

Papa Francesco celebra la messa a Santa Marta e invita tutti a non farsi imprigionare dai dolori quotidiani ma a coltivare l’amore per il Signore.

[divider]

[ads2]

Soltanto lo Spirito Santo rende il cuore docile a Dio e alla libertà. Lo ha affermato Papa Francesco durante l’omelia della Messa del mattino, celebrata nella cappella di Casa S. Marta. I dolori della vita, ha detto il Papa, possono chiudere una persona, mentre l’amore la rende libera. Il servizio di Alessandro De Carolis:

[powerpress]

Una seduta di yoga non potrà insegnare a un cuore a “sentire” la paternità di Dio, né un corso di spiritualità zen lo renderà più libero di amare. Questo potere ce l’ha solo lo Spirito Santo. Papa Francesco prende l’episodio del giorno del Vangelo di Marco – quello che segue la moltiplicazione dei pani e nel quale i Discepoli si spaventano nel vedere Gesù camminare verso di loro sull’acqua – che termina con una considerazione sul perché di quello spavento: gli Apostoli non avevano capito il miracolo dei pani perché “il loro cuore era indurito”.

Vita dura e muri di protezione
Un cuore può essere di pietra per tanti motivi, osserva il Papa. Per esempio, a causa di “esperienze dolorose”. Capita ai discepoli di Emmaus, timorosi di illudersi “un’altra volta”. Accade a Tommaso che rifiuta di credere alla Risurrezione di Gesù. E “un altro motivo che indurisce  il cuore – indica Francesco – è la chiusura in se stesso”:

“Fare un mondo in se stesso, chiuso. In se stesso, nella sua comunità o nella sua parrocchia, ma sempre chiusura. E la chiusura può girare intorno a tante cose: ma pensiamo all’orgoglio, alla sufficienza, pensare che io sono meglio degli altri, anche alla vanità, no? Ci sono l’uomo e la donna-specchio, che sono chiusi in se stessi per guardare se stessi continuamente, no? Questi narcisisti religiosi, no? Ma, hanno il cuore duro, perché sono chiusi, non sono aperti. E cercano di difendersi con questi muri che fanno intorno a sé”.

La sicurezza della prigione
C’è pure chi si barrica dietro la legge, aggrappandosi alla “lettera” di ciò che i comandamenti stabiliscono. Qui, afferma Papa Francesco, a indurire il cuore è un problema di “insicurezza”. E chi cerca solidità nel dettato della legge è sicuro – dice il Papa con una punta di ironia – come “un uomo o una donna nella cella di un carcere dietro la grata: è una sicurezza senza libertà”. Cioè l’opposto, soggiunge, di ciò “che è venuto a portarci Gesù”, la libertà:

“Il cuore, quando si indurisce, non è libero e se non è libero è perché non ama: così finiva Giovanni apostolo nella prima Lettura. L’amore perfetto scaccia il timore: nell’amore non c’è timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore. Non è libero. Sempre ha il timore che succeda qualcosa di doloroso, di triste, che mi faccia andare male nella vita o rischiare la salvezza eterna…  Ma tante immaginazioni, perché non ama. Chi non ama non è libero. E il loro cuore era indurito, perché ancora non avevano imparato ad amare”.

Lo Spirito rende liberi e docili
Allora, “chi ci insegna ad amare? Chi ci libera da questa durezza?”, si domanda Francesco. “Soltanto lo Spirito Santo”, è la sua risposta:

[…]

…continua su news.va