Commento al Vangelo del 23 novembre 2014 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

IL RE

[ads2]

Il Regno di Dio si compirà solo alla fine dei tempi quando Gesù tornerà per giudicare i vivi e i morti. Così ce lo presenta Matteo: dal trono di gloria, circondato dalla corte degli angeli, il Figlio dell’uomo separa i buoni dai cattivi. Il criterio del giudizio è l’amore per il prossimo. Soccorrendo i bisognosi si fa un servizio a Cristo stesso. Fame, sete e nudità sono necessità primarie che difficilmente troviamo vicino a noi, anche se la crisi sta mettendo in difficoltà molte famiglie, per cui cerchiamo di andare incontro a chi ha bisogno. Nel nostro mondo ben pasciuto però, ci sono altri modi di essere affamati. Moltissime persone vivono senza un orizzonte spirituale e questa è una grave forma di povertà. Sfamarle significa fare apostolato, cioè essere testimoni e annunciatori del Regno. Un dato allarmante e indicativo è la crescita dei suicidi e del consumo di stupefacenti. Troppe persone sono travolte dalla vita e non riescono a tenere il ritmo di una corsa continua al guadagno e alla carriera. Andare incontro alla disperazione di chi non conosce l’Amore è una delle forme di soccorso più necessarie nella nostra società. Accogliere lo straniero è invece una possibilità molto più immediata e attuale. Se magari non possiamo farlo in prima persona almeno cerchiamo di farlo idealmente, rifiutando il razzismo e le generalizzazioni. Dire che gli immigrati sono tutti delinquenti, per esempio, è un’affermazione razzista e ingiusta. Numerosi gangster americani erano italiani emigrati, eppure non accetteremmo che qualcuno per questo dicesse che gli italiani sono tutti mafiosi. Anche i malati e gli anziani sono molto vicini a noi. Non costa molto essere attenti e passare un po’ di tempo con loro. Spesso quando queste persone muoiono ci si rammarica di non aver sfruttato tante occasioni. Il Cristo crocifisso e sofferente si manifesta in tutte queste persone bisognose e ci chiede di alleviare in loro il suo dolore. Il premio è il suo Regno, ma lo è anche, e molto, sentire la gratitudine di questi nostri fratelli. San Paolo accosta la figura di Adamo a quella di Gesù. Come al primo dobbiamo la morte, così dal secondo riceviamo la vita. La grande differenza tra i due è che il progenitore ha cercato sé stesso, desiderando più di quanto già possedeva, mentre il Cristo ha cercato solo Dio, costruendo la sua regalità con il sacrificio di sé. Adamo desiderando di essere come Dio, si è allontanato dalla Vita. Gesù invece ha accettato la volontà del Padre fino in fondo, proprio come avrebbe dovuto fare il nostro capostipite. In questo modo ci indica la strada e ci invita a rinunciare alle nostre pretese di autonomia per essere re insieme a lui.

Mt 25, 31-46
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.
Poi dirà a quelli posti alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Table of contents

Read more

Local News