Nella 33.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta la parabola dei talenti, donati a ciascuno secondo le sue capacitร . Cโรจ chi li fa fruttare e chi no. Ai primi Gesรน ricorda quanto verrร detto:
โBene, servo buono e fedele โฆ sei stato fedele nel poco, ti darรฒ potere su moltoโ.
Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario โRedemptoris Materโ di Roma:
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Anche questa pagina del Vangelo suona un poco scandalosa alle nostre orecchie: da una parte un padrone: โuomo duroโ, che miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso โ unโimmagine di Dio che molti di noi hanno; dallโaltra questo servo che ha paura, e restituisce quanto รจ del suo padrone. Il padrone, prima di un lungo viaggio, distribuisce ai servi i suoi beni: cinque talenti, due e uno. E li distribuisce non a casaccio, ma nel rispetto delle capacitร di ognuno. Ciรฒ che egli si aspetta dai servi non รจ una specie di catena di produzione, ma che essi possano entrare, โprendere parte alla gioia del loro padroneโ. La parabola si apre e illumina il senso della vita dellโuomo. I doni che Dio dร sono perchรฉ nellโuomo si possa riprodurre la vita divina e egli possa fare della sua vita un servizio ai fratelli. I primi due servi sanno bene operare e portare a compimento lโopera del Signore: โBene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, โฆprendi parte alla gioia del tuo padroneโ. Il terzo riceve una parola dura, caratterizzata da tre aggettivi: โServo malvagio e pigroโ, โinutileโ. Malvagio, perchรฉ conosce la volontร del padrone, ma non se ne cura; pigro, perchรฉ non ha tempo per essa, ma per altro; inutile, Dio ha dato anche a lui una missione, ma lui ha sprecato il dono di Dio. Nel cristianesimo โtutto รจ graziaโ, che precede, accom-pagna e segue lโopera di Dio, ma non รจ una grazia da buttare via: โIo sono una missione su questa terraโ (Ev. gaudium, 273), ci dice Papa Francesco.
Fonte: Radio Vaticana
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