Udienza al Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani (MASCI) in occasione del 60° anniversario di fondazione del Movimento

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Udienza al Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani (MASCI) in occasione del 60° anniversario di fondazione del Movimento

Alle ore 12 di questa mattina, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza il Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani (MASCI) in occasione del 60° anniversario di fondazione del Movimento.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai partecipanti all’Udienza:

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Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle,

vi accolgo con gioia, in occasione del sessantesimo anniversario di fondazione del Movimento Adulti Scouts Cattolici Italiani. Rivolgo a ciascuno il mio saluto cordiale, incominciando dalla Presidente nazionale, che ringrazio per le sue parole, e dall’Assistente, che pure ringrazio; e ringrazio anche per il segno. Vi ringrazio per il lavoro che svolgete nella Chiesa e nella società, testimoniando il Vangelo, secondo lo stile proprio dello scoutismo. E’ importante sottolineare la dimensione ecclesiale della vostra realtà associativa, che raccoglie laici ben consapevoli degli impegni derivanti dai sacramenti del Battesimo e della Cresima. Mossi da questa convinzione, in questi anni di impegno apostolico vi siete sforzati di testimoniare i valori di lealtà, di fraternità e di amore a Dio e al prossimo, servendo generosamente la comunità ecclesiale e quella civile.

La terminologia tipica dello scoutismo utilizza molto il termine “strada”, come valore significativo nella vita dei ragazzi, dei giovani e degli adulti. Vorrei incoraggiarvi allora a proseguire il vostro cammino che vi chiama a fare strada in famiglia; fare strada nel creato; fare strada nella città. Camminare facendo strada: camminanti, non erranti, e non quieti! Sempre camminare, ma facendo strada.

Fare strada in famiglia. La famiglia rimane sempre la cellula della società, e il luogo primario dell’educazione. E’ la comunità d’amore e di vita in cui ogni persona impara a relazionarsi con gli altri e con il mondo; e grazie alle basi acquisite in famiglia è in grado di proiettarsi nella società, di frequentare positivamente altri ambienti formativi, come la scuola, la parrocchia, le associazioni… Così, in questa integrazione tra le basi assimilate in famiglia e le esperienze “esterne” impariamo a trovare la nostra strada nel mondo.

Tutte le vocazioni muovono i primi passi in famiglia, e ne portano l’impronta per tutta la vita. Per un movimento come il vostro, basato sull’educazione permanente e sulla scelta educativa, è importante riaffermare che l’educazione in famiglia costituisce una scelta prioritaria. Per voi genitori cristiani la missione educativa trova una sua specifica sorgente nel Sacramento del matrimonio, per cui il compito di allevare i figli costituisce un vero e proprio ministero nella Chiesa. Non solo però i genitori verso i figli, ma anche i figli verso i loro fratelli e verso gli stessi genitori hanno un certo compito educativo, quello dell’aiuto reciproco nella fede e nel bene. Accade a volte che un bambino con il suo affetto, con la sua semplicità, sia in grado di rianimare tutta una famiglia. Dialogo tra i coniugi, ascolto e confronto reciproco sono elementi essenziali perché una famiglia possa essere serena e feconda.

Fare strada nel creato. Il nostro tempo non può disattendere la questione ecologica, che è vitale per la sopravvivenza dell’uomo, né ridurla a questione meramente politica: essa infatti ha una dimensione morale che tocca tutti, così che nessuno può disinteressarsene. In quanto discepoli di Cristo, abbiamo un motivo in più per unirci con tutti gli uomini di buona volontà per la tutela e la difesa della natura e dell’ambiente. Il creato, infatti, è un dono affidatoci dalle mani del Creatore. Tutta la natura che ci circonda è creazione come noi, creazione insieme con noi, e nel destino comune tende a trovare in Dio stesso il compimento e la finalità ultima – la Bibbia dice “cieli nuovi e terra nuova” (cfr Is 65,17; 2 Pt 3,13; Ap 21,1). Questa dottrina della nostra fede è per noi uno stimolo ancora più forte per un rapporto responsabile e rispettoso con la creazione: nella natura inanimata, nelle piante e negli animali riconosciamo l’impronta del Creatore, e nei nostri simili la sua stessa immagine.

Vivere a più stretto contatto con la natura, come fate voi, implica non solo il rispetto di essa, ma anche l’impegno a contribuire concretamente per eliminare gli sprechi di una società che tende sempre più a scartare beni ancora utilizzabili e che si possono donare a quanti sono nel bisogno.

Fare strada nella città. Vivendo nei quartieri e nelle città, siete chiamati ad essere come lievito che fermenta la pasta, offrendo il vostro sincero contributo per la realizzazione del bene comune. È importante saper proporre con gioia i valori evangelici, in un leale e aperto confronto con le varie istanze culturali e sociali. In una società complessa e multiculturale, voi potete testimoniare con semplicità e umiltà l’amore di Gesù per ogni persona, sperimentando anche nuove vie di evangelizzazione, fedeli a Cristo e fedeli all’uomo, che nella città vive spesso situazioni faticose, e a volte rischia di smarrirsi, di perdere la capacità di vedere l’orizzonte, di sentire la presenza di Dio. Allora la vera bussola da offrire a questi fratelli e sorelle è un cuore vicino, un cuore “orientato”, cioè con il senso di Dio.

Cari fratelli e sorelle, continuate a tracciare il vostro cammino con speranza nel futuro. La vostra formazione scoutistica è un buon allenamento! Ricordiamo san Paolo (cfr 1 Cor 9,24-27): lui parla di atleti che si allenano alla corsa attraverso una disciplina severa per una ricompensa effimera; il cristiano invece si allena per essere un buon discepolo missionario del Signore Gesù, ascoltando assiduamente la sua Parola, avendo sempre fiducia in Lui, che non delude mai, soffermandosi con Lui nella preghiera, cercando di essere pietra viva nella comunità ecclesiale.

Grazie, cari amici, di questo incontro. Prego per voi, e voi, per favore, pregate per me.