Chi si attacca alla legge, trascura l’amore
Nell’omelia della messa del mattino a Casa Santa Marta, Papa Francesco, commentando il Vangelo del giorno, ha sottolineato che bisogna scegliere se essere così attaccati alla legge da trascurare la giustizia o essere cristiani legati all’amore che danno pieno compimento alla legge.
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Cristiani così attaccati alla legge da trascurare la giustizia e cristiani legati all’amore che danno pieno compimento alla legge: ne ha parlato Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il servizio di Sergio Centofanti:
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Nel Vangelo del giorno, Gesù chiede ai farisei se sia lecito o no guarire di sabato, ma loro non rispondono. Lui, allora, prende per mano un malato e lo guarisce. I farisei – nota il Papa – messi di fronte alla verità, tacevano ”ma poi sparlavano dietro … e cercavano come farlo cadere”. Gesù rimprovera questa gente che “era tanto attaccata alla legge, che aveva dimenticato la giustizia” e negava perfino l’aiuto ai genitori anziani con la scusa di aver dato tutto in dono al Tempio. Ma “chi è più importante? – chiede il Papa – Il quarto Comandamento o il Tempio?“:
“Questa strada di vivere attaccati alla legge, li allontanava dall’amore e dalla giustizia. Curavano la legge, trascuravano la giustizia. Curavano la legge, trascuravano l’amore. Erano modelli: erano i modelli. E Gesù per questa gente soltanto trova una parola: ipocriti. Da una parte, vai in tutto il mondo cercando proseliti: voi cercate. E poi? Chiudete la porta. Uomini di chiusura, uomini tanto attaccati alla legge, alla lettera della legge, non alla legge, ché la legge è amore; ma alla lettera della legge, che sempre chiudevano le porte della speranza, dell’amore, della salvezza … Uomini che soltanto sapevano chiudere”.
“Il cammino per essere fedeli alla legge, senza trascurare la giustizia, senza trascurare l’amore” – ha proseguito il Papa citando la Lettera di San Paolo ai Filippesi – “è il cammino inverso: dall’amore all’integrità; dall’amore al discernimento; dall’amore alla legge”:
“Questa è la strada che ci insegna Gesù, totalmente opposta a quella dei dottori della legge. E questa strada dall’amore alla giustizia, porta a Dio. Invece, l’altra strada, di essere attaccati soltanto alla legge, alla lettera della legge, porta alla chiusura, porta all’egoismo. La strada che va dall’amore alla conoscenza e al discernimento, al pieno compimento, porta alla santità, alla salvezza, all’incontro con Gesù. Invece, questa strada porta all’egoismo, alla superbia di sentirsi giusti, a quella santità fra virgolette delle apparenze, no? Gesù dice a questa gente: ‘Ma, a voi piace farvi vedere dalla gente come uomini di preghiera, di digiuno …’: farsi vedere, no? E per questo Gesù dice alla gente: ‘Ma, fate quello che dicono, ma non quello che fanno’”.
Queste – osserva il Papa – “sono le due strade e ci sono piccoli gesti di Gesù che ci fanno capire questa strada dall’amore alla piena conoscenza e al discernimento”. Gesù ci prende per mano e ci guarisce:
“Gesù si avvicina: la vicinanza è proprio la prova che noi andiamo sulla vera strada. Perché è proprio la strada che ha scelto Dio per salvarci: la vicinanza. Si avvicinò a noi, si è fatto uomo. La carne: la carne di Dio è il segno; la carne di Dio è il segno della vera giustizia. Dio che si è fatto uomo come uno di noi, e noi che dobbiamo farci come gli altri, come i bisognosi, come quelli che hanno bisogno del nostro aiuto”.
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